Il trenino nel centro storico? «Copiano. E pure male». Polemica partita in orario dal binario della Pro loco. La presidente Irene Temperini l’idea l’aveva...
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Un plagio? «Il trenino ormai lo fanno ovunque – dice Temperini – questo però era particolare». Ecco come sono andate le cose. «A settembre del 2014 ho inviato il progetto all’assessore Antonio Delli Iaconi. Anche questo sarebbe stato in via sperimentale, ma con un costo di 5 mila euro di affitto per un mese e mezzo, poi il comune avrebbe potuto riscattarlo a 12 mila». Insomma, dopo un po’ ne sarebbe diventato proprietario e avrebbe potuto organizzarselo a proprio piacimento. «Erano previsti quattro pannelli per le sponsorizzazioni: le imprese che avevo contattato avrebbero fornito buoni spesa e benzina con i quali sarebbero stati pagati gli autisti, scelti tra i viterbesi più in difficoltà».
Fin qui la finalità sociale. Ma c’è anche quella prettamente turistica. «Il biglietto – continua Temperini – sarebbe stato simbolico: due euro per gli adulti e uno per i bambini. Avevo un accordo con la scuola musicale, con Fabrizio Bastianini: avrebbero suonato dal vivo durante i festivi, magari anche sotto Natale, in modo che quando passava il trenino si sarebbe creata una bella atmosfera. Sarebbe servito tutto anche da richiamo. E con Archeoares avevamo previsto di predisporre le audioguide. Due volte a settimana inoltre, magari in occasione di eventi, la guida sarebbe stata dal vivo, con fermate per illustrare i monumenti».
Risultato? «Zero, non ci hanno neanche risposto. Ho inviato una mail al sindaco con oggetto “L’originalità del comune di Viterbo”, perché oltre al trenino nel 2014 avevo proposto le passeggiate racconto incentrate sulle donne viterbesi». La prima sarebbe stata proprio quella sulla Bella Galiana, come l’attuale iniziativa di Antonello Ricci. «Questa l’avevo inviata alla consigliera Daniela Bizzarri, ma neanche lei ha risposto. Per l’ennesima volta – conclude – col trenino fanno lavorare ditte di fuori. Sono anni che non prendo un euro dal comune, sono autonoma e non me ne importa nulla, ma queste cose mi fanno arrabbiare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero