Il prossimo 18 agosto festeggerà 60 anni e lo farà senza indossare abiti eleganti, ma in maglietta e calzoncini, magari in qualche località di montagna...
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Personaggio schivo, poco incline ai riflettori ma molto concreto; in questa stagione ha deciso di imbarcarsi sul vascello di una nuova avventura sportiva: dallo scorso agosto infatti è il preparatore dei portieri del Rieti, allenato dall’amico ed ex cuore gialloblù Carmine Parlato. Nonostante l’età che avanza, che rende tutto più complicato su un campo di calcio, Goletti non ha resistito al richiamo del prato verde e dopo l’esperienza con la nazionale femminile ha scelto di ripartire dal pallone ambizioso ma genuino dei dilettanti. “La chiamata del Rieti è stata inaspettata – racconta l’ex portiere della Viterbese – prima di Ferragosto mi ha chiamato Carmine Parlato al quale mi lega un rapporto di amicizia e stima, offrendomi la possibilità di questa nuova esperienza: non ci ho pensato molto e visto che un po’ la serie D la conosco ho deciso di accettare”.
I fatti e soprattutto i risultati, stanno gratificando la scelta estiva dell’ex numero uno, che non riesce a staccare le mani dai guanti. “A Rieti c’è voglia di professionismo e Parlato è uno che i campionati li sa vincere. Lavoro con tre portieri giovani ai quali insegno disciplina e voglia di imparare: facciamo anche tante sedute video per rivedere gli errori; il lavoro sul campo inizia un po’a farsi sentire ma di fare il pensionato non ho voglia”.
Il ruolo del portiere sta cambiando e Goletti è stato da sempre attento ai nuovi fenomeni. “Al portiere oggi è richiesto un lavoro sulla tecnica di base assimilabile a quello di un centrocampista: si lavora molto con i piedi ma al tempo stesso bisogna allenare molto la concentrazione: devi farti trovare pronto anche se subisci un solo tiro”. La rivalità tra reatini e viterbesi non lo scalfisce ma un eventuale derby in serie C non lo lascerebbe indifferente. “Ogni tanto i tifosi del Rieti intonano cori contro la Viterbese, ma io non ascolto: per me questo è lavoro e la Viterbese rappresenta una parte importante della mia vita quindi non ho difficoltà a far convivere le due cose. Un derby in serie C? Auguro ai gialloblù di salire in B: non so cosa farò e dove sarò il prossimo anno”. Una mezza idea su dove trovarlo la prossima estate ce la siamo fatta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero