Il divieto di vendita della cannabis, a Viterbo la rabbia degli imprenditori: «E il nostro investimento?»

Il divieto di vendita della cannabis, a Viterbo la rabbia degli imprenditori: «E il nostro investimento?»
La cannabis light sta sparendo dai negozi del Viterbese. Che siano canapa shop specializzati, tabaccai o bar, molti hanno deciso di eliminare i prodotti derivati dalla canapa...

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La cannabis light sta sparendo dai negozi del Viterbese. Che siano canapa shop specializzati, tabaccai o bar, molti hanno deciso di eliminare i prodotti derivati dalla canapa sativa. E se per i secondi può significare solo un calo negli incassi, i primi rischiano presto la chiusura.


Dopo la sentenza della Corte di Cassazione a sezioni riunite i 15mila negozi italiani sono in fibrillazione. Compresi quelli della Tuscia, una quindicina in tutto dedicati alla vendita di foglie, inflorescenze, olio e resina. Ieri a Roma la prima assemblea del comparto cannabico. Non essendo ancora pubbliche le motivazioni dei giudici, al momento il timore è che vendere derivati del fiore di cannabis sia interpretabile come reato, secondo quanto previsto dalla legge 309 del 90. E così anche se hanno regolare licenza di vendita, parecchi negozi hanno eliminato il prodotto. In diverse province sono iniziati già i primi sequestri e la voce circola veloce tra gli esercenti.

Così ha fatto Flavio di Eden Green nel capoluogo. Ho investito 100mila euro in questo negozio. Vendevo le piante, ma anche tutto ciò che occorre per la coltivazione come la terra, le lampadine e il concime. Ora - testimonia - ho tolto tutto: ho tre figlie, ho paura. Il mio business vero è con i contadini che seminano la canapa. Spero di poter reggere lo stesso, ma il mio introito principale era dai derivati.

Anche da Etruscanapa di Vetralla Daniela conferma: Anche noi abbiamo ritirato tutto. Siamo un grow shop e quindi - spiega - lavoriamo molto sia nella coltivazione diretta sia in conto vendita. Ma purtroppo hanno già iniziato a bloccarci gli ordini. Tutti, agricoltori compresi, hanno timori: proprio oggi (sabato, ndc) mi è saltato un ordine di 500 piantine. Del resto, ci dicono che se non possono più venderla non ha senso coltivarla. Per noi ha significato un danno da 2mila euro. Abbiamo investito i nostri risparmi in questa attività e abbiamo una figlia piccola: rischiamo di chiudere.


Mondo Canapa a Viterbo non vende più inflorescenza, altri derivati sì. Ma abbiamo paura di farlo. La sentenza - sostiene il titolare - ha creato un vuoto legislativo, generando il caos. I nostri clienti sono di ogni genere: dal 30enne alla signora di 70 anni con i reumatismi e l'insonnia, passando per le famiglie. Siamo in contatto con i colleghi di Roma per studiare le iniziative da intraprendere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero