Il distretto della ceramica di Civita Castellana aspetta gli eco incentivi Mercoledi alla Camera la discussione sugli sgravi fiscali

Il distretto della ceramica di Civita Castellana aspetta gli eco incentivi Mercoledi alla Camera la discussione sugli sgravi fiscali
Confindustria Ceramica torna alla carica per il riconoscimento del 65% sugli incentivi fiscali da inserire nell’emendamento al decreto Crescita nel capitolo per il risparmio...

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Confindustria Ceramica torna alla carica per il riconoscimento del 65% sugli incentivi fiscali da inserire nell’emendamento al decreto Crescita nel capitolo per il risparmio idrico.

L’argomento andrà in discussione alla Camera mercoledì prossimo e l’iniziativa interessa le aziende del distretto di Civita Castellana che producono il novanta per cento dell’arredo bagno in Italia.
«Mi auguro che questa volta si possa completare l’iter di approvazione ed avere, finalmente, un provvedimento ambientalmente virtuoso e, direi, doveroso – ha detto Augusto Ciarrocchi, vice Presidente di Confindustria Ceramica -: il decreto Crescita inserisce, tra gli interventi di efficientamento, la sostituzione di vasi sanitari che possono godere di un bonus fiscale pari al 65% degli importi spesi».
Il nostro Paese è periodicamente colpito da emergenze idriche:
«L'ultima drammatica nell'estate 2017 – ha ricordato Ciarrocchi - ma si è temuto che la situazione si potesse replicare anche quest’anno. Per questo è necessario attuare interventi finalizzati a garantire un risparmio strutturale degli impieghi idrici. Un cittadino italiano consuma in media 250 litri di acqua al giorno. Il 30% di questo consumo è relativo all’uso di vasi sanitari. Questo consumo può pertanto essere ridotto in modo stabile agendo sulle caratteristiche fisiche delle attrezzature sanitarie installate negli edifici».
E’ noto che, grazie all’evoluzione dei prodotti ceramici, i vasi attualmente fabbricati funzionano con meno della metà dei litri necessari (in media dai 3 ai 6 litri per rilascio) rispetto ai vasi installati anni fa negli edifici.
Solo il 51% dei vasi installati è stato posato dopo il 1990, mentre il 17% risale addirittura a prima del 1970. C’è quindi una potenzialità di risparmio enorme che può essere realizzato semplicemente sostituendo i vecchi sanitari con quelli nuovi.

«L’incentivazione del rinnovo del parco installato – conclude Augusto Ciarrocchi - assicurerebbe un incremento rilevante dell'efficienza idrica degli edifici ed anche del consumo energetico a questi correlato. All’uso dell’acqua sono infatti associati ingenti consumi energetici per captazione, trattamento, adduzione, sollevamenti, allentamento, depurazione. Questo ‘Bonus sul risparmio idrico’, peraltro, affiancherebbe a questo doppio vantaggio anche la possibilità di rivitalizzare il mercato edile nazionale, attualmente in uno stato di grande difficoltà, e di supportare tutte le industrie produttrici dei beni e servizi destinati alla ristrutturazione degli ambienti bagno degli edifici». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero