Il Comune ripulisce il Poggino per l'arrivo di Gentiloni: «Ci vorrebbe un presidente del Consiglio tutti i giorni»

Il Comune ripulisce il Poggino per l'arrivo di Gentiloni: «Ci vorrebbe un presidente del Consiglio tutti i giorni»
Quando stamani Paolo Gentilioni passerà sotto al cavalcavia della Superstrada, entrando ufficialmente nella zona artigianale del Poggino, leggerà un Whatsapp lungo...

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Quando stamani Paolo Gentilioni passerà sotto al cavalcavia della Superstrada, entrando ufficialmente nella zona artigianale del Poggino, leggerà un Whatsapp lungo dieci metri: “Studente italiano, segui la linea Fedeli: abbandona gli studi”.


Uno striscione (niente male, tra l'altro) firmato Blocco studentesco, emanazione giovanile di Casapound. E benvenuto a Viterbo, presidente del Consiglio dei ministri. Anzi, in questo angolo di Viterbo – il Poggino – fino a ieri dimenticato e abbandonato e che da oggi spera che qualcosa cambi, grazie ai 17 milioni di euro in arrivo dal Governo per il piano di riqualificazione delle periferie urbane. In attesa dei quattrini, comunque, al Poggino qualcosa già era cambiato da ieri: con i trattori (roba mai vista a queste latitudini) a tagliare l'erba in mezzo a via dell'Industria, lo stradone principale. E sfoltire le fronde altrove, e ripulire di qua e ripulire di là, per quanto si possa ripulire una zona letteralmente trasformata in immensa discarica. Del resto, si fa quel che si può.

Meglio concentrarsi intorno alla sede della Cna, allora, con la consapevolezza che per tappare le buche sullo stradone sarebbe stato necessario un preavviso più tempestivo, e allora avrebbero coperto anche quelle, per fare un figurone. I più scafati, fanno la danza contro la pioggia, specialità tribale del luogo: perché se piove qui si allaga tutto, senza fogne e senza scoli, e allora forse al signor presidente sarà necessario raccontare una balla del tipo “benvenuto al lago di Bolsena”.

«Ci vorrebbe un presidente del Consiglio tutti i giorni», dicono gli uomini e le donne coraggiosi che frequentano il Poggino tutti i giorni. E poi aggiungono: «E' da questi particolari che si vede che la campagna elettorale è già iniziata». Perché quelli del Poggino non li freghi mica: sono già stati fregati abbastanza, in passato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero