I fratelli Bonucci. Leonardo: «Oggi ha paura di giocare». Riccardo: «Quella volta che Leo si portò via il pallone»

L'omaggio a Bonucci del presidente Romano
Cinque anni di più, una carriera importante fermata dagli infortuni ma anche tanta passione e volontà per non fermarsi a piangere sul destino che ha reso un campione...

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Cinque anni di più, una carriera importante fermata dagli infortuni ma anche tanta passione e volontà per non fermarsi a piangere sul destino che ha reso un campione il fratello minore.

Uno dei momenti più emozionati vissuti nella giornata dedicata a Leonardo Bonucci a Viterbo, è stato quando al Rocchi è stato invitato sul palco il fratello Riccardo. Classe 1982, Riccardo, quello stadio lo conosce bene ed ha una data impressa bene nella mente: 2 settembre 2001. Quel giorno, con un colpo di testa alla Bonucci, realizzò il gol del 2-1 che consentì alla Viterbese in C, allenata dal tecnico Rosolino Puccica di battere 2-1 la Torres. Si è molto dibattuto, anche pretestuosamente da parte di quelli che amano le polemiche a prescindere, su chi fosse il più forte tra i fratelli: oggi non importa; oggi sul palco sono saliti due fratelli che si amano.

«Da piccoli il pallone me lo nascondeva lui - svela Leonardo - oggi non c'è paragone: accampa la scusa del dolore al ginocchio ed evita di giocare». Riccardo, che riceve la maglia della Viterbese con il numero sei che indossava quando segnò alla Torres, incassa e ribatte. «Una volta Leo il pallone se lo portò proprio via. Giocavamo tra più grandi al campetto dell'oratorio e per lui non c'era spazio. Appena la palla uscì fuori dal rettangolo di gioco corse a prenderla senza più ridarcela». Storia di vita vissuta, di una famiglia normale che si è aiutata a vicenda per issarsi fin sul tetto d'Europa.

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Il Messaggero