Guardia medica troppo spesso chiusa, tre medici indagati per assenteismo

L'ingresso della guardia medica a Vetralla
Assenteismo sul posto di lavoro, denunciati e sospesi tre medici addetti alla guardia medica nella Asl di Viterbo. Si tratta di una donna e due uomini, tutti in servizio nel...

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Assenteismo sul posto di lavoro, denunciati e sospesi tre medici addetti alla guardia medica nella Asl di Viterbo. Si tratta di una donna e due uomini, tutti in servizio nel comprensorio di Vetralla: secondo le indagini dei carabinieri del Nas, invece di presidiare l'ambulatorio medico andavano a casa o nel proprio studio privato.


I tre sono stati denunciati per truffa aggravata in danno dello Stato, rifiuto e omissione di atti d'ufficio e, da ieri mattina, come deciso dal Gip, sono sospesi dal servizio medico. I tre non sarebbero delle nuove leve, ma dottori di lunga carriera. L'inchiesta dei Nas, coordinata dalla Procura di Viterbo, è iniziata a giugno 2017 dopo una serie di segnalazioni partite da alcuni colleghi medici dei tre, che avevano notato persistenti assenze dei dottori del servizio di guardia medica.

I carabinieri durante l'indagine hanno documentato che i medici si presentavano sul luogo di lavoro in ritardo e smontavano con ampio anticipo. Altre volte, durante l'orario di servizio, si allontanavano dalla postazione per svolgere incombenze di natura privata e personale. E, come accertato per uno degli indagati, per esercitare la professione medica nel proprio studio privato. È stato anche riscontrato che i medici, in molteplici circostanze durante l'orario di servizio, anziché presidiare la postazione per prestare la dovuta assistenza all'utenza, rimanevano presso il proprio domicilio. E questo lasciando affisso sulla porta della guardia medica un cartello con il numero di reperibilità, deviando sulle proprie utenze le richieste telefoniche in arrivo alla postazione.

In alcuni casi la postazione è rimasta sguarnita per gran parte del turno, lasciando pazienti con patologie gravi senza la dovuta assistenza medica. «L'azienda - spiega la direzione generale della Asl - condanna fermamente quanto emerso dall'inchiesta e ribadisce che, al fine di tutelare la propria immagine e la serietà professionale della stragrande maggioranza dei propri dipendenti e, come in questo caso, dei propri collaboratori, con determinazione procederà nel percorso intrapreso al suo interno a garanzia della trasparenza e della legalità».


Come è già avvenuto in passato per altre indagini, «questa azienda utilizzerà tutti gli strumenti di sua competenza per fare piena luce rispetto a quanto sin qui accertato dalla Procura della Repubblica. Oltre che per applicare tutte le misure sanzionatorie che la legge le consente», aggiunge la Asl.
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Il Messaggero