Guado di Sferracavallo: conferenza sulle ultime ricerche alla necropoli etrusca di Norchia

La necropoli etrusca di Norchia
“Guado di Sferracavallo. Indagine archeologica del sito, la tipologia delle tombe, i corredi funerari e le prospettive future di una delle necropoli di Norchia”:...

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“Guado di Sferracavallo. Indagine archeologica del sito, la tipologia delle tombe, i corredi funerari e le prospettive future di una delle necropoli di Norchia”: è il titolo dell’incontro  fissato sabato 22 gennaio, alle ore 16,30, al Museo archeologico nazionale della Rocca Albornoz. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma di conferenze e presentazioni a corredo della mostra in “Fototempismo, di Enzo Trifolelli,  “Il Risveglio degli Etruschi”, a cura di Salvatore Enrico Anselmi, allestita presso il citato Museo.

Partecipano all’incontro, organizzato dall'associazione Archeotuscia odv e introdotto dal presidente di quest’ultima Luciano Proietti, Stefano Petrocchi, direttore regionale dei musei del Lazio; Margherita Eichberg, Soprintendente dell’area archeologica, belle arti e paesaggio di Viterbo e dell'Etruria meridionale; Sara De Angelis, direttrice del Museo di Rocca Albornoz;  Beatrice Casocavallo, funzionario della Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale; Simona Sterpa, archeologa, direttrice delle compagne di scavo; Lorenzo Benini, responsabile sponsor Trust di Scopo Sostratos; Emanuele Ioppolo, restauratore dei corredi funebri.

La necropoli di Sferracavallo fu scoperta nel 2010 da Mario Sanna e Luciano Ilari di Archeotuscia. Inizialmente trovarono la tomba rupestre con la forma a casetta, poi tutte le restanti. Già visitata e saccheggiata dai tombaroli, la tomba più visibile fu trovata intatta e ha restituito un rilevante corredo funebre. Era dagli anni '70 dell’altro secolo che non che non si trovava una tomba integra a Norchia.

«La felice contaminazione tra la mostra di Trifolelli, di grande originalità tecnica – sottolineano gli organizzatori - e la serie di iniziative e presentazioni editoriali che ne stanno punteggiando il denso programma a latere, è stata concepita per arricchire il portato culturale della manifestazione, allo scopo di riannodare un tenace nesso di appartenenza con la città di Viterbo. Il successo che gli appassionati d’arte e archeologia stanno tributando è la conferma della fondatezza di tale assunto circa la proficua integrazione reciproca tra proposte culturali coerenti e nel contempo diversificate tra loro per tipologia»”. Ingresso libero; obbligatorio il Green pass.

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Il Messaggero