"Gigi&Mena" addio: chiude lo storico alimentari di piazza Fontana Grande a Viterbo

Filomena, detta Mena
“Ma io come faccio ora senza lo sformato di patate della Mena?”. Il figlio dell’orefice, un ragazzino, ci è rimasto davvero male quando ha capito che non...

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“Ma io come faccio ora senza lo sformato di patate della Mena?”. Il figlio dell’orefice, un ragazzino, ci è rimasto davvero male quando ha capito che non lo avrebbe più trovato. Eh no, perché oggi “Gigi&Mena” chiude bottega: è l’ultimo giorno per gustare leccornie finite di diritto nell’olimpo del cibo locale. Un cibo che è anche tradizione, espressione di mani sapienti che le materie prime le sanno non solo scegliere, ma anche trasformare.

Per chi è di Viterbo, un pezzo di storia che finisce. Per chi non è del capoluogo, ma magari qui ha frequentato le superiori, quel posto irrinunciabile dove prendere la colazione. Da domani non sarà più così: “Dopo 43 anni di attività, Gigi&Mena salutano affettuosamente i propri clienti. È arrivato il momento per noi di appendere il grembiule al chiodo. Vi ringraziamo per la fiducia che ci avete dimostrato dal 1980 ad oggi. Il nostro marchio e il nostro modo di pensare la gastronomia continuerà”, recita il cartello affisso all’ingresso da questa mattina.

Ce lo ha messo lei, la Mena, quel cartello che deve esserle pesato nemmeno fosse di piombo. Così tutti da sempre chiamano Filomena, 64 anni di vita dei quali i due terzi dedicati proprio a questo alimentari, cuore pulsante di piazza Fontana Grande. Con lei, fino a dieci anni fa, Luigi, marito, compagno e pilastro. “Da quando lui si è ammalato, non è stato più lo stesso”, racconta mentre stringe un quadro che li ritrae insieme. 

Sveglia sempre, rigorosamente all’alba. Poi giù al piano di sotto – Mena vive proprio sopra il negozio, casa e bottega – dalle 5,20 per iniziare a cucinare. È ancora buio quando gli odori dei suoi piatti invadono la piazza e scaldano i passanti anche nelle mattinate più fredde. Ad aiutarla, da quando Gigi non sta più al lavoro, c’è la figlia Elisa: “La clientela? Ha reagito male. Molti pensano che sia uno scherzo, ma non è così”. Ci pensavano da un anno che è arrivato il momento di chiudere. “La mamma è stanca. Io da sola non ce la farei. È stata una scelta dura da prendere”, dice la ragazza. 

Tra tutti, i tanti clienti abituali, è la reazione di un anziano che ha colpito di più Elisa. “È un signore che viene da anni ma è rimasto sempre distaccato. L’espressione di incredulità e malinconia che si è dipinta sul suo viso quando glielo abbiamo detto mi rimarrà sempre impressa”, racconta. E Mena, intenta a servire fino all’ultimo minuto, passa in rassegna i ricordi di una vita: “Qui ho visto passare generazioni. Studenti del Santa Rosa che veniva per prendere la colazione, poi diventati grandi, si sono sposati, ora insegnano  e vengono qui coi loro figli. A tutti voglio dire: grazie. In questi anni – è il suo messaggio - mi avete dato tanto, vi porterò sempre nel cuore”.

Ecco, da stasera Mena si riposa. “Ma mica da subito: i primi di gennaio – precisa - starò qui dentro a sistemare”. Poi, all’orizzonte ci sono dei papabili acquirenti. Sono interessati a rilevare l’attività: non sarà più un alimentari, solo gastronomia con – chissà – anche dei tavoli. Forse, riapriranno a marzo. Mena è pronta a tramandare qualche segreto e le ricette di Gigi. Ma la magia delle loro creazioni sarà difficile da rivivere.

 

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Il Messaggero