Falsi contratti di lavoro per avere i permessi di soggiorno, arrestati falsario e un adesca-clienti

Polizia
Falsi contratti di lavoro per ottenere il permesso di soggiorno, arrestati un falsario e un “procacciatore” di clienti. Martedì scorso, alle prime luci...

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Falsi contratti di lavoro per ottenere il permesso di soggiorno, arrestati un falsario e un “procacciatore” di clienti. Martedì scorso, alle prime luci dell’alba, gli agenti della Mobile di Viterbo hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 62enne italiano e di un ghanese di 43 anni, entrambi con specifici precedenti di polizia, per favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini extracomunitari e falsità in atti.

I due, secondo le indagini, ottenevano denaro in cambio della produzione di documenti non veri attestanti inesistenti rapporti di lavoro in una cooperativa. Secondo quanto ricostruito, il primo si dedicava a falsificare la documentazione mentre il secondo procacciava “clienti” tramite proprie conoscenze nell’ambito del giro di stranieri di origine africana o bengalese. La base operativa era ad Orte dove i due indagati falsificavano e cercavano immigrati bisognosi di permesso di soggiorno.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Viterbo, era scaturita dall’attenzione dei poliziotti all’inizio dello scorso anno verso numerosi documenti sospetti, poi rivelatisi falsi, presentati da vari cittadini extracomunitari all’Ufficio Immigrazione della Questura di Viterbo al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. Troppi i documenti falsi arrivati all’attenzione degli uffici e tutti apparentemente simili. Tanto che gli agenti hanno iniziato subito a indagare per vederci chiaro. Indagini meticolose che hanno portato a scoperchiare un sistema che lucrava sullo stato di bisogno di stranieri, che pur di ottenere un permesso di soggiorno sganciavano soldi a un falsario. 

"Please tomorrow morning thanks – money" (per favore domani mattina grazie – i soldi) era l’sms più frequente che il ghanese inviava all’italiano, insieme al nominativo dell’extracomunitario per il quale produrre la falsa documentazione del rapporto di lavoro, anche in termini di buste paga mensili, per incaricarlo per il giorno seguente e per fargli sapere che aveva ricevuto la somma di denaro da corrispondergli.

Oltre ai due arrestati sono state eseguite anche tre perquisizioni che hanno portato alla denuncia di un cittadino nigeriano di 43 anni e di un 53enne bengalese, ritenuti intermediari, in concorso con l’italiano.

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Il Messaggero