Fusione nucleare: il 2023 anno della piena maturità delle ricerche dell'Università degli studi della Tuscia

Giuseppe Calabrò
«Un passo avanti nell’ambito dell’energia da fusione è arrivato recentemente dal Lawrence Livermore National Lab (California), dove, per la prima volta...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Un passo avanti nell’ambito dell’energia da fusione è arrivato recentemente dal Lawrence Livermore National Lab (California), dove, per la prima volta nella storia, attraverso un sistema di tipo inerziale, si è riusciti a generare energia utile“.  Così Giuseppe Calabrò, direttore del centro di ricerca CINTEST,  docente di Elettrotecnica e tecnologie per la fusione Nucleare dell’ateneo viterbese, rappresenta Unitus nel panorama internazionale,  sia nel consorzio dell'EUROfusion, sia nell’esperimento italiano DTT (Divertor Tokamak Test) in costruzione a Frascati.

In cosa consiste esattamente la fusione nucleare?

«Riprodurre sulla Terra lo stesso meccanismo che avviene nel Sole per ottenere energia pulita e inesauribile, in modo intrinsecamente sicuro. Nella fusione, l’energia scaturisce dall’unione di due nuclei di elementi molto leggeri come l’idrogeno per produrre un neutrone e l’elio, un gas nobile ampiamente utilizzato nella vita quotidiana. Due le linee di ricerca per raggiungere la fusione: quella a confinamento magnetico e quella a confinamento inerziale. Nella prima, il plasma da fusione è racchiuso all’interno di dispositivi a forma di ciambella (tokamak), confinato tramite magneti, e riscaldato fino a portarlo alle condizioni richieste. Nella seconda, una pallina di materia inizialmente solida viene compressa e riscaldata da impulsi laser di grandissima potenza».

Quale delle due opzioni sono state scelte in California?

«L’esperimento è stato effettuato utilizzando 192 laser ad altissima potenza i cui fasci sono stati focalizzati su un cilindro rivestito in oro, contenente una capsula (la pallina) di deuterio e trizio (isotopi dell’idrogeno) che, sotto l’azione combinata di un effetto di emissione di raggi X e implosione del guscio della stessa capsula (in plasma), giunge alle condizioni di fusione».

Si può definire un risultato storico?

«Certamente, anche se ancora non risolutivo e maturo. Serve ancora tempo e molta ricerca per arrivare ad un’applicazione industriale dell'esperimento. Ma il traguardo rappresenta comunque il primo vero passo per lo sviluppo della tecnologia a fusione di tipo inerziale, mentre le tecnologie a confinamento magnetico (dove Unitus è impegnato da anni, sia nella ricerca che nella formazione) rimangono quelle più mature per una industrializzazione in tempi brevi».

«Il 2023 – conclude Calabrò – sarà l’anno della piena maturità. Unitus, infatti, collabora con imprese, italiane ed estere, per la realizzazione di un esperimento nei laboratori di Ingegneria. Siamo in fase avanzata, impegnati in valutazioni conclusive in termini di logistica e costi. Ma il fatto che i nostri studenti potranno contribuire ad un esperimento sulla fusione (come in Usa) è per noi motivo di maggiore impegno e crescente passione»cinte.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero