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«Ogni mese il venditore dei formaggi mi faceva pagare mille e duecento euro in più. Quando me ne sono accorta era passato un anno e mezzo». Due uomini, un rivenditore di prodotti freschi per supermercati e ristoranti e il titolare dell’azienda per cui lavorava, sono finiti alla sbarra con l’accusa di truffa in concorso ai danni di un’imprenditrice della ristorazione di Otricoli.
La donna, parte civile, a settembre del 2016 si rese conte che l’uomo che le vendeva i prodotti freschi da tempo le faceva la cresta sugli ordini. «Quella mattina - ha spiegato la donna in aula - ho notato che alcuni prodotti segnati nella bolla non erano nella cella frigorifero ed altri appena consegnati avevano la data di scadenza troppo ravvicinata. Così mi sono insospettita e ho iniziato a controllare insieme a una dipendente.
Quello che ho scoperto è che diceva di consegnare formaggi che pesavano 4 kg invece erano di tre o tre e mezzo. Ogni documenti presentava le stesse anomalie. Facendo i conti in ogni carico pagavo 400 euro in più rispetto alla merce che consegnava. Considerando che facevo due ordini a settimana ogni mese erano 1.200 euro».
La donna, che gestisce una macelleria e un ristorante, ha così tirato fuori tutti i documenti, circa 18 mesi di bolle di accompagnamento, e si è presentata dai carabinieri per denunciare l’accaduto. A processo è finito anche il datore di lavoro del venditore. Entrambi sono accusati di truffa in concorso.
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