Feste di Sant' Antonio: tutto il Viterbese pronto ad accendersi

Lo spettacolare "focarone" di Bagnaia
Festa di Sant'Antonio abate ovvero l'arte di saper intrecciare devozione, tradizione e folklore su unico palcoscenico. ...

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Festa di Sant'Antonio abate ovvero l'arte di saper intrecciare devozione, tradizione e folklore su unico palcoscenico.

In quasi tutti i borghi della Tuscia, la notte del 16 gennaio sarà illuminata a giorno dai cosiddetti  "focaroni", attorno alle quali si balla, si canta,  si beve, si degustano piatti tipici.
 
La pila più spettacolare è quella realizzata  a Bagnaia, in piazza XX Settembre. "E' dal 6 gennaio - raccontano i membri del comitato del Sacro fuoco - che la montiamo. Ogni bagnaiolo conosce la fatica di spostare tutta quella legna per creare la nostra pira. Una fatica che però quasi non si sente visto il clima di festa, di amicizia e di aspettativa nel vederla ardere, a cominciare dalle 18,30". Con il via all'accensione, partono le danze, si serve la cena, si ascolta la musica, proposta da "The Reggae Circus" di Adriano Bono, abbinato a uno spettacolo di artisti circensi; a seguire Simone Gamberi con "Full band".
 
Ad Acquapendente, alle 12 è prevista la tradizionale distribuzione della minestra di fave; alle 18, Santa Messa e quindi processione con la statua del Santo per le vie del paese fino al Duomo. Il giorno seguente, dalle 9, il rinfresco gratuito nella Sala Bigerna di Via Marconi, quindi la banda musicale “Aria di Festa” accompagnerà la sfilata di  carrozze e cavalli
 
Per le altre feste di S. Antonio più suggestive, ecco Onano: il fuoco viene acceso alle 6 del mattino, e ciascuno può autoprodurre la bruschetta e cuocere salsicce alla brace. Quest'ultime trionfano  anche a Canino, dove non manca la degustazione di ricotta, detta proprio di Sant’Antonio. Stesso rito a Bassano Romano, dove il “Signore” della festa offre, accanto al rinfresco mattutino, anche la “cannolicchiata” del pranzo. A Canepina dominano le tipiche ciambelle del santo. A Cellere, oltre alla ricotta calda, vengono distribuiti bruschette, struffoli e castagnole.
 

A Civita Castellana, si trasporta la statua del “Re Carnevale" (in dialetto 'O Puccio), accompagnato dalla banda musicale “La Rustica”,  da piazza della Liberazione  fino a piazza Matteotti, dove verrà insediato sul palco e regnerà per tutto il periodo carnevalesco. A Monte Romano e a Montefiascone sfilano i Cavalieri. A Nepi e San Lorenzo Nuovo cominciano a entrare in scena le maschere e carri allegorici. animali e dei cavalli. A Tuscania domenica prossima si dà il via alla sagra delle frittelle di cavolfiore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero