Feste di primavera viterbesi: i Pugnaloni di Acquapendente e la Barabbata di Marta

Marta (Vt); un carro allegorico della Barabbata
Secondo week-end di maggio dominato dalle tradizionali (e spettacolari) feste di primavera. Due su tutte, entrambe in programma domenica 14 maggio: i “Pugnaloni” di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Secondo week-end di maggio dominato dalle tradizionali (e spettacolari) feste di primavera. Due su tutte, entrambe in programma domenica 14 maggio: i “Pugnaloni” di Acquapendente e la “Barabbata”(ovvero le “Passate in onore della Madonna del Monte).

Nella cittadina dell’Alto Lazio ferve la preparazione dei grandi pannelli (3,60 x 2,60) con composizioni floreali che rappresentano il tema della libertà contro ogni forma di oppressione. La festa (che avrà il suo clou il 21 maggio) si fa risalire a uno degli episodi principali della storia aquesiana: il “miracolo” della Madonna del Fiore avvenuto nel 1166. In quel periodo la cittadina era governata da un governatore di Federico Barbarossa. “E’ più facile che quel ciliegio ormai secco da anni – dissero un giorno i cittadini, stanchi di essere oppressi e taglieggiati – che il nostro paese possa liberarsi dall’invasore”.

E invece accadde che il ciliegio fiorisse, sicché il prodigio fu ritenuto un segno divino da leggere come incitamento agli aquesiani a reagire e organizzare la rivolta contro il tiranno. La giornata di domenica è dedicata ai mini Pugnaloni realizzati dai bambini che sfileranno nelle vie del centro storico. Lunedì, altri momenti topici: dalle 8 alle 14, la “Fiera di Mezzo Maggio”; alle ore 9, il tradizionale rinfresco con biscotti, panini e vino offerti dal Signore di Mezzo Maggio Michael Nardini; in serata, alle 21,15, la solenne processione con la partecipazione del corteo storico e le confraternite.

Ma il 14 maggio è anche la giornata, a Marta, della Barabbata (ovvero le Passate in onore della Madonna del Monte) che affonda le sue radici nei riti pagani propiziatori. L’incipit alle 4,30: l’alba viene salutata dal rullo del tamburino, da spari di bombe (mortaretti), dal suono a distesa delle campane delle chiese e dai cori dei “Passanti” che alle 8,30 si radunano sul lungolago. Alle 9, la banda “Montesi” si mette alla testa di un multicolore e vociante corteo, composto dai rappresentanti delle corporazioni professionali (Casenghi, vale a dire gli uomini di fiducia dei proprietari delle terre; Bifolchi, cioè coloro i quali aravano la terra con l’aratro a chiodo trainato da buoi; Villani, gli agricoltori veri e propri; i Pescatori), e punteggiato da carri allegorici per sfilare lungo il Corso principale.

Il lungo corteo (al ritmato grido: Evviva Maria, evviva la Madonna Santissima del Monte, Evviva Gesù e Maria!") raggiungerà il santuario della Madonna del Monte, deputato alla celebrazione del rito. I rappresentanti delle quattro categorie iniziano le tre “Passate” all’interno del tempio, con l'offerta alla Vergine dei frutti della terra e del lago e la distribuzione delle tradizionali ciambelle. Nel pomeriggio, raduno e sfilata dei “Casenghi” per il tradizionale rinfresco e in tarda serata, alle 23, gran finale della festa con lo spettacolo pirotecnico sul lungolago.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero