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Hotel confiscato alla criminalità organizzata e ridestinato dal Comune di Fabrica di Roma a casa di riposo, ancora uno stop per il processo al sindaco Mario Scarnati, due liberi professionisti e due dipendenti pubblici.
I cinque sono tutti imputati di turbativa d’asta in concorso. Il procedimento è stato assegnato a nuovo giudice. Sarà la giudice Elisabetta Massini a trattare il caso, che dovrebbe prendere il via il 21 ottobre per l’ammissione prove. Il rischio ovviamente è quello che la prescrizione arrivi prima della fine del dibattimento.
Il fatto contestato è del 2015. Tutto ruota intorno a un immobile sequestrato 6 anni fa alla mafia. Il sindaco, tra ottobre e dicembre 2015, decise di trasformarlo in una casa di riposo per anziani. Ma qualcosa nella procedura non sarebbe stato cristallino. In particolare Scarnati avrebbe individuato a monte il professionista a cui affidare l’incarico, impartendo direttive al responsabile dell’ufficio tecnico e al rup. Mentre il libero professionista, che d’intesa con i pubblici ufficiali curava la redazione del progetto, avrebbe fatto partecipare al suo posto un architetto e avrebbe fornito a quest’ultimo consigli sui computi metrici.
Secondo la Procura i cinque avrebbero agito in concorso tra loro per rendere certo l’affidamento a un architetto individuato in partenza. Ma tutto questo, al momento, resta solo un’ipotesi accusatoria. I legali dei 5 imputati sono da tempo pronti a dare battaglia, sicuri che nell’impianto accusatorio ci siano molte falle. Secondo uno dei legali della difesa sarebbe stato citato a processo il dipendente sbagliato.
Si torna in aula a ottobre per ricominciare tutto da capo, eccezioni preliminari comprese.
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