Ex ospedale a fuoco, è la quinta volta. «Sono incendi da campagna elettorale»

Ex ospedale a fuoco, è la quinta volta. «Sono incendi da campagna elettorale»
Il quinto incendio in pochi giorni nell'ex ospedale Andosilla di Civita Castellana accende anche i toni (si fa per dire) della campagna elettorale. Ci sarebbe la mano di...

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Il quinto incendio in pochi giorni nell'ex ospedale Andosilla di Civita Castellana accende anche i toni (si fa per dire) della campagna elettorale. Ci sarebbe la mano di qualcuno dietro le fiamme dell'altra sera, visto che si sono sviluppate al terzo piano della palazzina. Il sospetto è che qualcuno possa essere salito fino a lì per innescare la miccia. I carabinieri stanno valutando con attenzione questa possibilità.


Intanto i senza dimora che erano all'interno sono stati accompagnati per precauzione presso conoscenti, altri in un albergo. Con le elezioni alle porte i sospetti che si tratti di interventi dolosi sono aumentati. «Sappiamo ha sottolineato Antonio Zezza del Pd - che il sindaco ha fatto due ordinanze di sgombro e ripetutamente sollecitato la Regione a eseguire i lavori per mettere in sicurezza la struttura. Certo, la cosa comincia a suscitare sospetti sulla casualità. Pensiamo che creare un clima di paura nella popolazione non serve a nessuno, e che appena terminate le elezioni la cosa si risolverà».

La Lega ha tuonato ancora puntando l'indice contro il sindaco Gianluca Angelelli che è stato accusato di non aver provveduto alla tamponatura degli ingressi e finestre. Forza Italia, attraverso Domenico Parroccini, ha fatto presentare un'interrogazione a Nicola Zingaretti in Regione e proposto che l'immobile passi al Comune. Bordate da Rifondazione comunista: «E' diventata una situazione insostenibile ha detto Yuri Cavalieri - e ora chi di dovere intervenga subito per evitare una tragedia: cinque incendi in due mesi sono difficili da imputare al caso. A Civita in questi ultimi mesi sono venuti decine di deputati, consiglieri e assessori regionali, persino il ministro dell'Interno. Invece di portarli a mangiare e bere o fare le solite passeggiate elettorali potevano portarli li». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero