Viterbo, così si sopravvive in mare aperto: la spettacolare esercitazione dell'Aeronautica militare

Viterbo, così si sopravvive in mare aperto: la spettacolare esercitazione dell'Aeronautica militare
Una tre giorni per imparare a sopravvivere in mare. Così si sono addestrati gli allievi marescialli dell’Aeronautica militare di Viterbo, appartenenti al 18°...

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Una tre giorni per imparare a sopravvivere in mare. Così si sono addestrati gli allievi marescialli dell’Aeronautica militare di Viterbo, appartenenti al 18° Corso Vidharr. Si tratta di un corso annuale, che vede una prima fase teorico-pratica alla Scuola marescialli del Comando aeroporto Viterbo, per prendere confidenza con gli assetti e le attrezzature di salvataggio in dotazione. E in questi giorni si è tenuta la parte pratica, una vera e propria esercitazione a Montalto di Castro che ha regalato immagini mozzafiato.


Tecnicamente si chiama "
corso di familiarizzazione alle tecniche di sopravvivenza in mare", quello affrontato dagli allievi al distaccamento straordinario dell’Aeronautica militare di Marina di Montalto di Castro. Per l'esercitazione è stato utilizzato anche un elicottero HH-139 dell’85° Gruppo del 15° Stormo SAR (Search and Rescue – Ricerca e Soccorso), che ha effettuato 13 sortite, simulando il recupero di 48 allievi. Sono stati poi rilasciati tramite elisbarco in un terreno poco distante.


Il tutto naturalmente sotto la guida di esperti del settore e grazie all’85° Gruppo SAR del 15° Stormo di Pratica di Mare, che ha concesso l'elicottero, col supporto di autorità locali, carabinieri, capitaneria e polizia municipale. «Il corso di familiarizzazione alle tecniche di sopravvivenza in mare così, come quello in montagna che viene svolto in inverno – dice il colonnello pilota Roger Michele Vai, comandante della Scuola marescialli dell’Aeronautica militare e dell’aeroporto di Viterbo – rappresenta un’esperienza formativa importante per la forza armata e particolarmente apprezzata dagli allievi marescialli, in quanto da una parte entrano in contatto con una particolare realtà operativa deputata al salvataggio di vite umane, dall’altra acquisiscono nozioni basilari per superare situazioni di criticità in acqua così come in montagna, che potrebbero rivelarsi fondamentali nel corso della carriera ed anche nella vita di tutti i giorni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero