Regionali, Panunzi (Pd) chiede il secondo mandato: «Perché parlano i fatti»

Enrico Panunzi con Nicola Zingaretti
«Fateci caso, nessuno in questa campagna elettorale parla più di Trasversale e del completamento dell'ospedale: sono stati i tormentoni per decenni. Qualcosa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Fateci caso, nessuno in questa campagna elettorale parla più di Trasversale e del completamento dell'ospedale: sono stati i tormentoni per decenni. Qualcosa vorrà dire». Per Enrico Panunzi (Pd) confermarsi al consiglio regionale con il voto del prossimo 4 marzo equivale a dire che le castagne sono buone.


Perché i viterbesi dovrebbero (ri)sceglierla per la Regione?
«Non devo elencare promesse, parlano i fatti. In cinque anni abbiamo ridato dignità a un ente dopo che, quando siamo arrivati, tecnicamente non era solvibile. Il risanamento della sanità, nonostante le false smentite, è nei dati: le verifiche dei ministeri dell'Economia e dalla Sanità certificano che l'emergenza è finita e che si può uscire a fine 2018 dal commissariamento».

Detta così sembra che Zingaretti abbia già vinto.
«Ed è sbagliato. Io voglio portare a Zingaretti il più alto numero di consensi per la conferma, ma non basta elencare i risultati. Agli elettori va detto che vogliamo completare il lavoro sfruttando le risorse che grazie al risanamento dei conti avremo disponibili, a partire dai fondi dell'Europa sui quali siamo tra i primi in Italia per l'utilizzo fatto. Non abbiamo la vittoria in tasca, dobbiamo lavorare fino all'ultimo voto».

In questa provincia i candidati alla Regione sono tanti, anche dentro il Pd.
«Per questo bisogna scrivere il nome sulla scheda: agli elettori va detto. La concorrenza anche interna sta nelle cose, la frantumazione di liste invece non aiuta la coalizione. Non era necessaria, ma ben venga il confronto».

E i suoi rivali interni?
«A me Zingaretti ha chiesto di candidarmi soprattutto per il rapporto personale che abbiamo e sulla base dei risultati raggiunti. Mi basta così».

Ad ascoltare Gentiloni, giorni fa, erano in tanti.
«Il suo è stato un segnale di attenzione per il territorio. L'iniziativa era organizzata dalla Bonaccorsi (e da Panunzi, ndr) e ha visto la sala strapiena con gente in piedi. Molto positivo».

Zingaretti è accredito della vittoria come il Pd della sconfitta alle politiche. Perché?

«A livello nazionale, dopo il 40% del 2014, il governo ha fatto molte cose ma in tante è mancato sulla concertazione, vedi la Buona scuola. I dati economici sono positivi, ma forse diamo un senso di compattezza più nel Lazio che altrove».
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero