Edilizia, stop alla cessione dei crediti: «A rischio 2mila lavoratori». L'11 marzo manifestazione in piazza

Edilizia, stop alla cessione dei crediti: «A rischio 2mila lavoratori». L'11 marzo manifestazione in piazza
Crediti fiscali, li compra il Comune. Anzi, no. La giunta Frontini appena martedì aveva deliberato in questo senso - fino a 6 milioni l’anno - in modo da garantire...

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Crediti fiscali, li compra il Comune. Anzi, no. La giunta Frontini appena martedì aveva deliberato in questo senso - fino a 6 milioni l’anno - in modo da garantire liquidità alle imprese dell’edilizia sui lavori del superbonus 110 per cento. Ma solo due giorni dopo il governo ha impedito l’operazione. E adesso balla il futuro di 2mila lavoratori, che hanno deciso di manifestare in piazza del Plebiscito l’11 marzo. Con a fianco palazzo dei Priori.

«Viterbo - dice la sindaca Chiara Frontini - è stato il primo Comune in Italia a muoversi, perché sappiamo che è la piaga del momento. Ma il decreto d’urgenza come prima cosa in assoluto ha imposto questo blocco di acquisto dei crediti da parte della pubblica amministrazione. Non vogliamo commentare, significherebbe speculare sulla sofferenza delle persone, ma non può essere quella la definizione ultimativa». Secondo la giunta è «sbagliato dire che acquistandoli si genererebbe ulteriore debito pubblico, perché così lo Stato lo ha già, a meno che non si voglia scaricarlo sulle imprese, che dello Stato si sono fidate».

Abortita l’operazione sul nascere, il Comune sta pensando a una soluzione alternativa. «Il decreto - continua Frontini - va convertito in legge dalle Camere entro 60 giorni. In questo arco di tempo faremo la nostra parte». Come? «Mettendo in campo una serie di proposte da inviare ad Anci e ad associazioni di categoria in modo che ci siano emendamenti che consentano di effettuare queste operazioni. Anche dividendo il credito in slot, a beneficio di tutti, anche solo per il 50 per cento». Perché «se il problema cade sulle imprese, cade anche sui servizi sociali. Quindi faremo pressione sulle forze politiche, siamo obbligati a fare lobby».

Ecco come si è arrivati al problema. «Lo scopo del precedente provvedimento - spiega l’assessore Emanuele Aronne - era di rilanciare il settore, in crisi dopo la pandemia, puntando su efficientamento energetico. I lavori venivano pagati mediante cessione del credito con lo sconto in fattura da portare in detrazione. Era possibile cederlo a terzi, come un istituto di credito, a un prezzo più basso, andando a così a recuperare liquidità. Di cui le ditte ne hanno bisogno, perché di quel entra molto va dato ai fornitori».

Qui, secondo Aronne, si è inceppato il meccanismo. «Il superbonus è stracontrollato, ma hanno inserito altri bonus che non avevano controlli. E la cosa è sfuggita di mano». «L’edilizia - commenta il consigliere Marco Ciorba – è il settore trainante del nostro territorio: così sono a rischio 2 mila posti di lavoro. È una bomba sociale, scenderemo in piazza insieme a famiglie e imprenditori, che si stanno auto organizzando per una manifestazione a piazza del Plebiscito l’11 marzo».

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Il Messaggero