Avanti come un caterpillar. Democratico e popolare. Dopo diversi schizzi di sangue (politico) la direzione provinciale del Pd ha deciso di candidare alla Regione l’uscente...
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La maggioranza giorni fa aveva perso un pezzo importante: Alessio Trani, uscito dalla segreteria provinciale accorciando ancora di più la forbice con i fioroniani; il cui documento è stato illustrato da Tiziana Lagrimino. Per la minoranza invece doppio ordine del giorno, avanzato da Manuela Benedetti: il primo per il quarto nome, quello di Mecocci in tandem con Panunzi; il secondo «per una gestione unitaria del Pd nella fase elettorale, con un coordinamento paritario, come avviene a Frosinone». «La discussione – ha ribattuto Ciambella – è rimandata ad altra occasione, oggi trattiamo gli argomenti all’ordine del giorno».
Alle Terme Salus ieri sera la tensione si taglia a fette, a cominciare proprio dall’intervento di Trani, che spiegando la sua uscita si è lasciato andare alle lacrime. Per continuare con Benedetti: «Questa direzione è l’ennesimo atto di incapacità a trovare unità. Si fa tutto in funzione delle candidature, non del progetto di partito. Abbiamo assistito ad autocandidature a mezzo stampa e prima della direzione, organo per la proposta. Tentativo maldestro di condivisione di un documento».
In sala anche i big, da Fioroni a Panunzi, fino a Mazzoli e Terrosi. E sono stati i primi due a chiudere il dibattito prima della votazione arrivata solo alle 22, con un duello politico fatto di botte e risposte, non solo sull'ordine del giorno. «E' surreale affrontare la campagna elettorale in questi termini. Qui dentro - ha attaccato Panunzi - c'è una divisione netta, schierati metà a destra e metà a sinistra, separati solo dal corridoio». Ha ricordato di essere stato l'unico candidato consigliere regionale, nel 2013, scelto con le primarie: è seguito un battibecco accesissimo con il consigliere comunale Martina Minchella: «Era tutto frutto di un accordo politico», lo ha interrotto lei. «Tu nel 2013 neanche esistevi», ha replicato lui.
«Io me la ricordo la campagna elettorale del 2005: anche l'ultimo manovale - ha continuato Panunzi - ha lavorato per Mazzoli alla Provincia e Fioroni all'uninominale: noi stiamo facendo così? Confrontiamo una candidata virtuale con una reale. Questa docente non so chi la conosca. Non ho mai lavorato per non far candidare qualcuno, cosa che è stata invece fatta con me. Vi piacciono i candidati virtuali? Allora candidate Zichichi».
Fioroni ha ribattuto così: «Servono rispetto, responsabilità e sacrificio: è ciò che ci deve distinguere dagli altri. Se non ci sono questi, è una presa per il culo. Nella provincia sono stato sempre un ingombro, ma abbiamo vinto il congresso e non siamo usurpatori. Ci deve essere il rispetto dei ruoli, se non lo capiamo non sono disponibile alle unità di facciata. È per questo che sono usciti quelli di Liberi e uguali. Quindi, se c'è una maggioranza, questa sceglie due candidati, uno la minoranza e uno arriva dalla società civile. Patrilli è la più stretta collaboratrice del ministro Madia, è una che scrive sulla terza pagina di grandi quotidiani nazionali: sono onorato che abbia accettato».
In ogni caso, la decisione finale sarà presa sabato prossimo alla diregione regionale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero