Doppi turni, classi pollaio e carenza d'organico: scuola, la riapertura a settembre è un rebus

Una classe
Doppi turni, classi pollaio, carenza d’organico. Sono i tre principali spettri che aleggiano sul prossimo anno scolastico, ancora influezato dal Covid-19. Dopo la riunione...

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Doppi turni, classi pollaio, carenza d’organico. Sono i tre principali spettri che aleggiano sul prossimo anno scolastico, ancora influezato dal Covid-19. Dopo la riunione dei giorni scorsi con Regione Lazio e Usr (Ufficio scolastico regionale) i sindacati denunciano ad alta voce dubbi e preoccupazioni sulla ripresa delle lezioni a settembre: che si definisca subito come intervenire è la loro richiesta più pressante.

“I doppi turni? Nella nostra provincia non hanno senso”. Eppure anche per la campanella che suonerà tra circa due mesi e mezzo lo spettro di ingressi e uscite a orari scaglionati è più concreto che mai. La segretaria dello Snals Confsal, Brunella Marconi, ricorda però come un sistema tarato sulla Capitale non possa invece funzionare nella Tuscia. “Ricordo che molti alunni con ingresso alle 10 arrivavamo comunque a scuola alle 8 e poi erano costretti ad attendere due ore in un bar o fuori dagli istituti”, denuncia. Una condizione dettata dall’assenza di corse Cotral per coprire tutti i nuovi orari. “Ed è capitato che questa attesa riguardasse anche alunni diversamente abili: segnalazioni sono arrivate da diverse scuole di Viterbo e provincia”, aggiunge Marconi. Non solo il trasporto pubblico non si è dimostrato in grado di coprire tutte le tratte necessarie, manca persino la certezza che si faccia nuovamente ricorso ai privati per sopperire, almeno in parte, le carenze della spa. “Sono stati autorizzati i trasporti da parte di terzi? Ci sono fondi per pagarli?”, si chiede la segretaria dello Snals.

Altro nodo, quello delle cosiddette “classi pollaio”. In molti istituti della provincia non ci sono locali a sufficienza per dividere gli alunni nel caso il loro numero risulti troppo elevato per restare in un singolo spazio. Un caso limite è quello di una sezione dell’infanzia della provincia composta da 27 piccoli studenti. Troppi per poter rispettare le normative contro la pandemia ma in assenza di ulteriori aule difficile trovare un’alternativa. Del resto, spacchettare le classi risulta complicato se nemmeno il personale è aumentato. “L’organico di fatto e di diritto è rimasto tale e quale. Forse verrà confermato quello cosiddetto Covid ma ancora non ci sono certezze”, prosegue la segretaria Snals.

Interviene anche la Cisl Scuola con il reggente Vincenzo Alessandro che punta il dito sulla necessità di definire subito gli interventi organizzativi per non arrivare a settembre con soluzioni affrettate: “Serve un piano articolato su scenari alternativi perché non si ha certezza di come evolverà la pandemia. Inoltre – sottolinea - vanno definite le competenze dei diversi livelli. Serve capire chi fa cosa per evitare confusione”.

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Il Messaggero