Dal carcere ordinava di recuperare denaro, processo a Ismail Rebeshi e al fratello David

Mammagialla
Dal carcere ordinava di recuperare denaro, al via il processo a Ismail Rebeshi e al fratello David. Ieri mattina la prima...

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Dal carcere ordinava di recuperare denaro, al via il processo a Ismail Rebeshi e al fratello David.


Ieri mattina la prima udienza davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, per questa occasione in trasferta a Mammagialla. 
I fratelli Rebeshi, difesi entrambi dall’avvocato Roberto Afeltra, sono accusati di aver estorto denaro, con l’aggravante del metodo mafioso, a due imprenditori del Viterbese. Ma ieri solamente uno si è costituito parte civile.
La vicenda nasce subito dopo l’operazione Erostrato, dei carabinieri del Nucleo investigativo, che porta in manette il sodalizio mafioso capeggiato da Ismail Rebeshi e Giuseppe Trovato.
Mentre i boss sono ristretti in carcere qualcosa continua ad accadere. Due imprenditori vengono “avvicinati” dal fratello David Rebeshi e dai suoi tre scagnozzi e chiedono soldi. Una delle vittime si rivolge alle forze dell’ordine affermando di essere sotto scacco di un gruppo di albanesi. 
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti gli indagati avrebbero da un imprenditore 4.000 euro e dall’altro 5mila. Entrambe le richieste avevano un comune denominatore: un fantomatico debito con Ismail Rebeshi. Non a caso l’operazione dei carabinieri viene battezzata “Ermal”.
Dietro all’estorsione, per l’accusa, ci sarebbe stata la lunga mano del “boss”. Il collegamento non starebbe semplicemente nel legame di sangue tra i due fratelli Rebeshi. Le conversazioni captate dagli investigatori e la corrispondenza privata dei fratelli albanesi avrebbero svelato le intenzioni criminali. Per questa ragione i pm Fabrizio Tucci e Giovanni Musarò, gli stessi dell’operazione Erostrato, ritengono che il mandante delle estorsioni sia proprio Ismail Rebeshi, che nonostante fosse al 41 bis nel carcere di Cuneo continuava a dare precise indicazioni su come gestire gli affari.
Per questa vicenda sono stati già condannati tre ventenni albanesi che avrebbero aiutato David Rebeshi a riscuotere i soldi del fratello. 
Tutti e tre sono stati condannati, lo scorso 25 novembre, a 9 anni e mezzo di carcere, nonostante lo sconto di pena previsto per la scelta del rito abbreviato. 
Il processo ai fratelli Rebeshi, entrambi ristretti in diversi carceri italiani, riprenderà a giugno con l’audizione delle vittime e degli investigatori che li hanno portati agli arresti. 

Si torna in aula l’11 e il 18 giugno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero