Cure palliative, nel 2023 quasi 10milioni di euro alle cliniche private del Viterbese

Cure palliative, nel 2023 quasi 10milioni di euro alle cliniche private del Viterbese
Quasi 10 milioni di euro per le prestazioni di assistenza in Hospice erogate da strutture private accreditate. È il budget che anche quest’anno, in linea con quanto...

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Quasi 10 milioni di euro per le prestazioni di assistenza in Hospice erogate da strutture private accreditate. È il budget che anche quest’anno, in linea con quanto avvenuto nel 2022, la Regione Lazio ha assegnato alla Asl di Viterbo per le cure palliative e la terapia del dolore. Il Servizio sanitario nazionale garantisce l’erogazione di queste prestazioni per una popolazione target rappresentata dai pazienti la cui malattia di base è neoplastica o a carattere cronico-degenerativo, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, per la quale non esistano terapie o, se esistano, sono risultate inefficaci o inadeguate ai fini della stabilizzazione del quadro clinico o di un prolungamento della vita del malato.

Lo scopo? Sostenere e migliorare il più possibile la qualità di vita della persona e di fornire supporto alla sua famiglia, fornendo al paziente un'assistenza globale, con attenzione alle necessità mediche di base, medico-specialistiche, infermieristiche, riabilitative, psicologiche, ma anche agli aspetti emotivi psicologici e spirituali.

Ebbene, questo – come altri servizi – il pubblico da solo non riesce a garantirlo. Pertanto, da anni ormai fa ricorso ai privati utilizzati come vere e proprie stampelle. Nella Tuscia, sono tre le strutture accreditate per l’assistenza in hospice. E due le tipologie di assistenza previste con relativo costo differenziato: 100,33 euro per la giornata domiciliare; 202,80 per la quella di ricovero.

Le cliniche della provincia a cui la Asl si appoggia sono: la casa di Cura Villa Rosa a Viterbo che come budget 2023 ha ottenuto 2.160.937,24 euro (di cui 1.435.521,64 per l’assistenza domiciliare e 725.415,60 per quella residenziale); la casa di cura Nuova Santa Teresa del Gruppo Ro.Ri srl con un riconoscimento di 1.080.468,62 euro (di cui 717.760,82 per le cure a casa e 362.707,80 per quelle in regime di ricovero); infine, l’hospice My Life – Casa di cura di Nepi, che si è vista riconoscere la fetta più grande di risorse pubbliche con 6.482.811,72 (4.306.564,92 per il domiciliare e 2.176.246,80 per il residenziale).

Come riportato nel provvedimento della Asl, “le singole aziende sono tenute a provvedere alla ripartizione e conseguente assegnazione del finanziamento alle singole strutture insistenti sul proprio territorio, orientando l’offerta di attività sanitaria, erogabile in adesione ai livelli di accreditamento, con la domanda degli assistiti e dunque la massimizzazione del beneficio sociale derivante”. A consuntivo e a valle dei controlli che verranno effettuati sempre dalla Asl, le strutture riceveranno il rimborso delle prestazioni erogate nel limite del tetto massimo stabilito dalla Regione.

 

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Il Messaggero