Crimine in aumento, la città si divide

Crimine in aumento, la città si divide
Viterbo è tra le 5 province d'Italia in cui i reati nei primi mesi del 2019 sono aumentati, segnando un più 2,5%. Al tempo stesso, si sono pressoché...

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Viterbo è tra le 5 province d'Italia in cui i reati nei primi mesi del 2019 sono aumentati, segnando un più 2,5%. Al tempo stesso, si sono pressoché dimezzate le presenze nei centri di accoglienza: -49,22%. E la politica che ne dice? Si divide pure su questo. Se il senatore della Lega, Umberto Fusco, non nasconde di essere preoccupato per gli episodi di criminalità, lettura opposta la dà il sindaco Giovani Arena: per lui, significa che sono aumentate le denunce, non che la città e la provincia siano meno sicure. Invece sia il Pd, col consigliere Alvaro Ricci, sia il suo omologo di VivaViterbo, Giacomo Barelli, puntano il dito sul Comune, accusato di aver abbandonato la città.

«Sulla lettura dei dati non sono d'accordo», esordisce Arena, in controtendenza anche rispetto al ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha annunciato di aver chiesto approfondimenti su Viterbo. «Per me sono aumentate le persone che denunciano. Si tratta di un fatto positivo. Anche io chiederò spiegazione al prefetto, ma quando parlo con la Questura e i carabinieri mi confermano che gli atti criminosi sono diminuiti». Discorso a sé, quello sui migranti. «Il calo è anche a livello nazionale. Ma il nodo è dove finiscono gli stranieri usciti dalle strutture? Questo è il problema che ricade poi sul Comune». Al contrario di Arena, Fusco ammette di non dormire sonni tranquilli. «Non avevo questa percezione di un aumento dei reati. E non sono tranquillo. Mi conforta la capacità delle forze dell'ordine, dimostrata anche durante le indagini per lo stupro e l'omicidio Fedeli. Ma come ho già proposto in Prefettura, se necessario intervenga l'esercito». Sul dimezzamento degli stranieri mentre aumentano i reati Fusco risponde: «È lontano da noi affermare che a compiere i reati siano i migranti piuttosto che altri. Potrebbe trattarsi di clandestini ma anche di connazionali che si danno alla microcriminalità. Approfondirò i dati». Ricci chiede invece un colpo di reni a Palazzo dei Priori: «Va bene, dopo i gravi episodi avvenuti, essere scesi in piazza ma il Comune deve fare di più. Serve investire sulla crescita culturale, sociale ed economica della città. Invece, la maggioranza sta facendo poco, come rimarcato nel bilancio di previsione in cui non è previsto nemmeno un euro di investimenti, nonostante come opposizione avessimo individuato forme di finanziamento per rilanciare il centro storico». E sui richiedenti asilo sottolinea: «Non sono i migranti la causa dei reati. La verità è che dove c'è coesione sociale, integrazione e sviluppo c'è anche sicurezza». E da Barelli arriva un giudizio tranchant: «Hanno sbagliato quanti, per trovare voti, hanno propagandato la relazione tra stranieri e criminalità. Questi dati smentiscono ogni relazione. Anzi, la chiusura dei Cas comporta che i migranti vagabondino per le strade perché non vengono fatti rimpatri. E chi si deve arrangiare per vivere è più facile che delinqua». Sui dati in sé invita a non lanciare allarmismi: «L'aumento può anche derivare da situazioni contingenti. La vera emergenza è un'altra: il centro storico, che va riqualificato, reso vivibile e vivo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero