Viterbo, «pretendono l'esenzione con richeste legali»: no vax ricusati dai medici di famiglia

A sinistra Michele Fiore
Scrivono Pec, anche tramite l’avvocato, per spingere i propri medici di famiglia a sottoscrivere un’esenzione dal vaccino che non ha basi scientifiche. ...

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Scrivono Pec, anche tramite l’avvocato, per spingere i propri medici di famiglia a sottoscrivere un’esenzione dal vaccino che non ha basi scientifiche.

È l’ultima mossa studiata da alcuni no vax. Da alcuni giorni diversi medici del Viterbese stanno ricevendo queste lettere tramite posta elettronica certificata per chiedere di essere sottoposti a una serie infinita di analisi propedeutiche alla somministrazione del farmaco contro il Covid. “Pretendono da noi una prescrizione che sia esente da  ticket, rifacendosi a una legge di anni fa che però non è applicabile al loro caso. Vogliono metterci con le spalle al muro”, racconta Michele Fiore, segretario del sindacato di categoria Fimmg.

Il paziente, in risposta, viene convocato per un colloquio. “Cerchiamo di parlarci apportando le motivazioni scientifiche per sottoporsi al vaccino e dimostriamo loro che le richieste avanzate non hanno basi, per cui non possiamo darvi seguito. Non si tratta – continua Fiore – di persone che hanno paura di vaccinarsi, quanto di cittadini che pretendono di ottenere un green pass non sottoponendosi al vaccino, pur non avendo motivazioni valide per avere l’esenzione”.

Un pressing che, però, sta avendo per loro conseguenze pesanti. “Noi ripetiamo che il vaccino posso farlo, loro rimangono su posizioni inamovibili. Ma simili pazienti possono essere ricusati dal medico di famiglia perché il rapporto di fiducia con l’assistito si è interrotto e viene meno”, aggiunge. E infatti già una decina di ricusazioni sono avvenute nell’ultima settimana. Ma se i no-vax restano una minoranza di circa il 10-15%, i medici di famiglia sono sommersi dalla richieste di vaccinazioni. “Per aumentare le adesioni da parte dei colleghi superando i problemi di approvvigionamento – fa sapere Fiore – abbiamo chiesto che le fiale vengano consegnate alle Unità di cure primarie più vicine ai singoli ambulatori”. 

Ci sono però anche medici di famiglia che, per coprire più assistiti possibili, si danno agli open day. Come nella Ucp di Fabrica di Roma dove 4 colleghi giovedì somministreranno circa 450 vaccini. “La cittadinanza sta rispondendo bene. Molti – spiega Marco Natili, referente unità cure primarie e vicesegretario Fimmg – ci chiedono di effettuare da noi la terza dose, compresi quelli che prima si erano rivolti agli hub. Per questo abbiamo deciso di dedicare una giornata ad hoc alle vaccinazioni. E abbiamo già altre 100 persone prenotate: per loro organizzeremo un secondo open day a cavallo delle festività o subito dopo”.

Un lavoro immenso quello che stano svolgendo i medici di famiglia vaccinatori: oltre alla normale attività ambulatoriale, si occupano di quarantene e isolamenti, contattano i singoli assistiti, scaricano i moduli e li compilano con il lotto del vaccino. “Ma cerchiamo di vaccinare il più possibile perché è l’unico modo per uscire dalla pandemia. Lo diciamo anche ai genitori per i figli tra i 5 e gli 11 anni: in base alla risposta immunitaria, qualche bambino se contagiato potrebbe aggravarsi. E ora gran parte dei casi arrivano dalle scuole. Quindi - conclude Natili - la vaccinazione è cruciale”.

Ieri, intanto, nel Viterbese si sono contati 60 nuovi casi. Aumentati a 26 i ricoverati.

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Il Messaggero