L'appello per il sangue, i viterbesi ci sono ed è boom di donazioni: 213 in un giorno

In donatori in attesa fuori dal centro trasfusionale
In questi giorni di isolamento per tutti gli italiani, tra le poche buone ragioni per uscire di casa c'è quella di andare a donare il sangue. La paura del contagio ha...

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In questi giorni di isolamento per tutti gli italiani, tra le poche buone ragioni per uscire di casa c'è quella di andare a donare il sangue. La paura del contagio ha inizialmente frenato i potenziali donatori, col risultato di un crollo generalizzato delle riserve, tanto da mettere a rischio la prosecuzione dell'attività chirurgica. Ed è così che in molti sono scesi in campo con appelli a superare le remore e andare a donare.


«L'emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio i servizi trasfusionali. È necessario andare a donare perché c'è il rischio concreto di bloccare l'attività chirurgica. Rivolgo un appello alla donazione per consentire il prosieguo delle attività ospedaliere. Donare il sangue è sicuro, basta recarsi in uno dei nostri centri trasfusionali», è stato l'appello dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. L'Avis ha invece lanciato un hashtag: #Escosoloperdonare.



E nella Tuscia la risposta è stata sinora molto positiva. Ieri al servizio trasfusionale di Belcolle una cinquantina le persone in fila. Oggi è andata ancora meglio: si è toccata quota 55, dei quali da Viterbo 37; Blera 1; Bolsena 1; Caprarola 3; Civitella d'Agliano 1; Nepi 2; Soriano nel Cimino 3; Tuscania 1; Vasanello 1; Vetralla 4 e Vitorchiano 1. All'ospedale di Viterbo tutti religiosamente in fila all'esterno, per evitare assembramenti in sala di attesa, rispettando le distanze di sicurezza.

In provincia, grandi numeri anche dalle autoemoteche: a Orte 30, di cui 6 erano di Vasanello; a Canino 33; a Civita Castellana 28 (foto sopra); a Nepi 26; a Fabrica di Roma 41. Il totale dei donatori che oggi si sono messi in fila per aiutare chi dovesse affrontare un intervento o avesse bisogno di una trasfuzione, tra Viterbo e provincia sono stati 213. Un grande esempio di civiltà e solidarietà in un momento così difficile per il Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero