In questi giorni di isolamento per tutti gli italiani, tra le poche buone ragioni per uscire di casa c'è quella di andare a donare il sangue. La paura del contagio ha...
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«L'emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio i servizi trasfusionali. È necessario andare a donare perché c'è il rischio concreto di bloccare l'attività chirurgica. Rivolgo un appello alla donazione per consentire il prosieguo delle attività ospedaliere. Donare il sangue è sicuro, basta recarsi in uno dei nostri centri trasfusionali», è stato l'appello dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. L'Avis ha invece lanciato un hashtag: #Escosoloperdonare.
E nella Tuscia la risposta è stata sinora molto positiva. Ieri al servizio trasfusionale di Belcolle una cinquantina le persone in fila. Oggi è andata ancora meglio: si è toccata quota 55, dei quali da Viterbo 37; Blera 1; Bolsena 1; Caprarola 3; Civitella d'Agliano 1; Nepi 2; Soriano nel Cimino 3; Tuscania 1; Vasanello 1; Vetralla 4 e Vitorchiano 1. All'ospedale di Viterbo tutti religiosamente in fila all'esterno, per evitare assembramenti in sala di attesa, rispettando le distanze di sicurezza.
In provincia, grandi numeri anche dalle autoemoteche: a Orte 30, di cui 6 erano di Vasanello; a Canino 33; a Civita Castellana 28 (foto sopra); a Nepi 26; a Fabrica di Roma 41. Il totale dei donatori che oggi si sono messi in fila per aiutare chi dovesse affrontare un intervento o avesse bisogno di una trasfuzione, tra Viterbo e provincia sono stati 213. Un grande esempio di civiltà e solidarietà in un momento così difficile per il Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero