"Moriremo tutti": sindaco di Tarquinia sotto attacco. M5S: «E' procurato allarme, il prefetto intervenga»

"Moriremo tutti": sindaco di Tarquinia sotto attacco. M5S: «E' procurato allarme, il prefetto intervenga»
Fa discutere, e parecchio, il messaggio diffuso dal sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi (Lega) contenente pesanti critiche al governo e al presidente del Consiglio sui metodi...

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Fa discutere, e parecchio, il messaggio diffuso dal sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi (Lega) contenente pesanti critiche al governo e al presidente del Consiglio sui metodi di gestione dell'elergenza coronavirus. Il Partito democratico della cittadina ha criticato pesantemente l'uscita. La consegliera regionale del Movimento 5 Stelle, Silvia Blasi, si dice «costretta a intervenire per denunciare derive comunicative in un contesto emergenziale straordinario, in cui un sindaco dovrebbe essere esempio per senso di responsabilità».

 
Blasi critica l'uscita di Giulivi come «propaganda politica con comunicazioni ingiustificatamente allarmanti
che possono incidere negativamente su una popolazione già provata da giorni di isolamento sociale». Da qui l'annnuncio che scriverà al Prefetto per segnalare l’accaduto »e chiedere di vigilare rispetto a messaggi al limite del procurato allarme visto che paventano la "morte collettiva"». E rileva: «Voglio tranquillizzare i miei concittadini: se tutti rispetteremo le regole dettate dal Governo, dalla Protezione Civile e dall'Istituto superiore di sanità supereremo presto questo duro momento di emergenza nazionale».

I dem di Tarquinia si dicono «sbigottiti di fronte al messaggio istituzionalmente irrispettoso, propagandistico ed allarmistico che il rappresentante di una istituzione locale rivolge alla propria cittadinanza». E aggiungono: «In tale complesso panorama, il ruolo istituzionale di un sindaco ha un proprio peso specifico fondamentale. “Moriremo tutti” non è il monito che i cittadini di Tarquinia si aspettano da lei, sindaco, in queste ore difficili, in questi giorni lunghi come anni in cui tutti cerchiamo di fare fronte comune. Non è questo il monito che si aspettano i medici e gli infermieri del nostro ospedale, la Protezione civile, i volontari, i lavoratori delle quelle attività necessarie alla nostra quotidianità, che sono in prima linea nella lotta contro questo nemico». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero