A Viterbo si nuota lo stesso: al via gli Italiani con screening medico per gli atleti

A Viterbo si nuota lo stesso: al via gli Italiani con screening medico per gli atleti
Screening medico per atleti e accompagnatori, doccia una squadra per volta, sanificazione all'inizio e alla fine di ogni giornata: tutto si ferma, ma non le competizioni alla...

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Screening medico per atleti e accompagnatori, doccia una squadra per volta, sanificazione all'inizio e alla fine di ogni giornata: tutto si ferma, ma non le competizioni alla piscina comunale.


Oggi, domani e domenica i campionati italiani invernali juniores di nuoto sincronizzato si svolgeranno regolarmente. Sono stati in forse fino all'ultimo, ma alla fine il sindaco Giovanni Arena ieri sera ha firmato un'ordinanza non per fermarle, ma per consentire il via libera alle gare, seppur con tanti paletti, dopo una riunione in Prefettura.

In molti si sono interrogati sull'opportunità di andare avanti quando in tanti settori è in atto una stretta. Lo svolgimento della competizione, ordina Arena, ci sarà, ma «subordinata al rispetto delle seguenti prescrizioni». La lista, oltre ovviamente a seguire le indicazioni contenute nell'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte (gare a porte chiuse), prevede che «dovrà essere
effettuato uno screening medico di ogni singolo atleta, tecnico e accompagnatore che si presenterà per partecipare alla manifestazione».

In ognuna delle tre giornate agonistiche si dovrà quindi «provvedere alla sanificazione dell’intera struttura prima dell’inizio delle competizioni ed al termine delle stesse». E ancora: «L’accesso degli atleti agli spogliatoi e alle docce dovrà essere opportunamente regolamentato in modo da
evitare l’ingresso di più di una squadra contemporaneamente e comunque in modo tale da evitare eccessivi affollamenti».

Se anche solo una di queste disposizioni dovesse non essere osservata, l'ordinanza prevede che venga subito sospesa la manifestazione. Ma si va pure sul penale, con l'applicazione dell'articolo 650, che prevede l'arresto fino a tre mesi o un'ammenda fino a 206 euro, sempre che il fatto non costituisca reato più grave.


Contro l'ordinanza è previsto, nei termini di legge, ricorso al Tar o al Capo dello Stato. Ma a quel punto i campionati saranno già conclusi da un pezzo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero