A Caprarola le mascherine anti-virus dalla sartoria: la svolta dello stilista Cristofori

Luca Cristofori
Ben 5.000 mascherine in 10 giorni. È il dono di Luca Cristofori ai suoi concittadini. Lo stilista di Caprarola non ci ha pensato su troppo e, di fronte a un'emergenza...

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Ben 5.000 mascherine in 10 giorni. È il dono di Luca Cristofori ai suoi concittadini. Lo stilista di Caprarola non ci ha pensato su troppo e, di fronte a un'emergenza senza eguali, ha riconvertito la sua arte al servizio del paese in cui è nato e dove è tornato 3 anni fa per aprire una sartoria.


«La sua è una storia di solidarietà. E colui che è generoso, lo è sempre. Generosità che è sacrificio di se stessi e del proprio tempo». Lo descrive con parole d'affetto Eugenio Stelliferi, sindaco di Caprarola. Del resto, quella dello stilista caprolatto è un sogno diventato realtà ed esempio per tutta la comunità. Il frutto di tanti sacrifici, nonché la prova tangibile che le cose belle realizzate con amore, il prodotto sartoriale fatto a mano, la cura del dettaglio e l’innata creatività, in Italia sono ancora orgogliosamente parte della nostra cultura. Dal 2017, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio,Cristofori ha aperto a Caprarola un laboratorio di abbigliamento tecnico sportivo da competizione per majorette e bande musicali.

E il suo, in poco tempo, è diventato un brand affermato: i suoi body sono distribuiti in 21 nazioni e oggi è punto di riferimento di numerose atlete del panorama sportivo e di gran parte dei gruppi majorette d’Italia, gruppi folcloristici e bande musicali che amano distinguersi con stile ed originalità in competizioni nazionali ed internazionali. 


«Sono stato chiamato da tutta Italia - racconta Cristofori - In questo momento di allarme e di paura, la mancanza di mascherine rende la situazione ancor più gravosa e sofferta. Tante le richieste di acquisto delle mascherine che produciamo, richieste che non vengono accolte perché le nostre vengono regalate, distribuite gratuitamente ai soli cittadini caprolatti. Voglio assolutamente ringraziare le signore dell’Associazione La Tela di Penelope e la mia fidata collaboratrice, Elena Cuzzoli: senza di loro non sarebbe stato possibile un numero così alto di mascherine prodotte».

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Il Messaggero