Strada pericolosa, ecco la “pizza alle buche della Cassia” del cuoco campione del mondo

La pizza alle buche della Cassia
Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione. Giuseppe Cravero – pluricampione del mondo di pizza – ha...

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Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione. Giuseppe Cravero – pluricampione del mondo di pizza – ha preso la definizione (copyright “Amici miei”) e l’ha applicata in maniera creativa. Dopo le piogge di questi giorni la Cassia è diventata un pericolo pubblico. E lui, titolare della pizzeria Il Babbà a Vetralla, si è inventato la pizza alle buche.


Tornando a casa ha realizzato un video che mostra tutta la pericolosità della strada, con le auto costrette a fare lo slalom, invadendo l’altra corsia di marcia, per evitare i crateri. «La Cassia – dice Cravero - è un problema grosso come una casa. Io con la pizza mi ispiro alle situazione reali: la pizza è creatività, spiega la realtà e abbina i prodotti del territorio». La buca come prodotto tipico locale, non male. «La cosa è ovviamente sarcastica, ma l’idea è di raccontare un disagio con un piatto comune a tutti. È un messaggio diretto per amici e clienti, per dire che per venire a mangiare una pizza non si può sfasciare una macchina. È una pizza di protesta contro gli enti che dovrebbero provvedere: mi esprimo con questa, il mio lavoro è fatto così».

Cravero è stato campione del mondo nel 2009, nel 2012 ha vinto le olimpiadi della pizza, nel 2014 il Talent show e nel 2015 ancora il campionato mondiale, stavolta di categoria. Uno insomma dalla pizza facile, anche metaforica. A proposito, com’è andata? «La pizza Cassia ha esordito ieri sera e ne avrò fatte una ventina. Rispetto alla prima che ho realizzato, una semplice margherita, poi l’ho arricchita con del salamino. Quindi l’ho inserita nel menù: ha avuto un grande successo, i clienti hanno apprezzato e commentato - conclude - anche perché si sono accorti che questa strada a Vetralla è diventata una cosa incredibile». Una cosa seria, mica pizza e fichi. Anzi, buche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero