Come si vive in fabbrica? Dalla Uil il sondaggio per i lavoratori ceramici

Duemila le persone interessate

Come si vive in fabbrica? Dalla Uil il sondaggio per i lavoratori ceramici
La Uiltec-Uil Alto Lazio ha lanciato la campagna referendaria "Come vivo nella mia fabbrica". Saranno chiamati a...

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La Uiltec-Uil Alto Lazio ha lanciato la campagna referendaria "Come vivo nella mia fabbrica".

Saranno chiamati a esprimere il loro punto di vista, sulla vita trascorsa negli stabilimenti, tutti i dipendenti delle aziende ceramiche del polo di Civita Castellana (in forma anonima).

Più o meno saranno interessati duemila lavoratori che gravitano nel settore: tutti potranno partecipare.«Dopo gli ultimi avvenimenti che hanno visto il licenziamento di tre lavoratori ha spiegato la segretaria generale Alessandra Aldini ho deciso di promuovere un sondaggio anonimo, che permetterà ai lavoratori di esprimere senza la paura di ripercussioni quello che provano nei posti di lavoro.

Mi auguro che i lavoratori comprendano l'obiettivo, perché la situazione non è uguale in tutti gli ambienti di lavoro. Molti non sono adeguati alle normative di salute e sicurezza e altri sì. Insomma, non è tutto oro quel che riluce e dobbiamo rendercene conto come sindacato».

La Uiltec ha spiegato che le domande sono state preparate da un sociologo, che poi analizzerà anche le risposte insieme a dei colleghi.Gli argomenti a cui saranno chiamati a rispondere i ceramisti saranno sui carichi di lavoro e i ritmi, i rapporti con l'azienda, i capi reparto e i colleghi, l'ambiente, i rapporti con il sindacato, le aspettative future di lavoro, gli orari, la sicurezza e le malattie professionali.

Tutto il progetto sarà poi presentato con un'iniziativa pubblica. «Tutto sarà utilizzato per dare un contributo ha aggiunto Aldini - al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che è in scadenza. Vogliamo che la situazione sul territorio sia visibile anche a livello nazionale, come lo sono le aziende. C'è da concentrarsi su diritti, salute e sicurezza e sul rispetto della dignità di ogni singolo lavoratore e lavoratrice. Un impegno duro, ma siamo pronti a fare la nostra parte per convincere tutti che è arrivata l'ora di cambiare passo».

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Il Messaggero