«Così si difendono le persone anziane dalle truffe a domicilio»: il maggiore Patrono a “Mi manda Raitre”

Il maggiore Anna Patrono
Consigli anti-truffe a domicilio: la comandante della compagnia dei carabinieri di Civita Castellana (Viterbo), Anna Patrono, è stata ospite del programma “Mi manda...

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Consigli anti-truffe a domicilio: la comandante della compagnia dei carabinieri di Civita Castellana (Viterbo), Anna Patrono, è stata ospite del programma “Mi manda Raitre”, condotto da Salvo Sottile.


Ha affrontato il tema delle truffe più comuni, quelle del “porta a porta” di cui spesso sono vittime gli anziani. I malviventi si presentano come un finto tecnico per il cambio di contatore, oppure come un finto carabiniere o avvocato sfoderando addiruttura con un abbraccio.

L'ufficiale dell'Arma ha spiegato come difendersi da queste strategie, utilizzate per ingannare le vittime. «Purtroppo – ha detto notare la Patrono - l’approccio alla vittima parte sempre dal presupposto di andare a toccare quello che è l’intimo della persona con cui ci si relaziona. L’anziano in città è abituato a essere diffidente nei confronti dell’estraneo, mentre in provincia questa diffidenza e meno evidente».

Da questa evidenza c’è quindi chi ne approfitta mettendo davanti alla vittima «un evento o negativo e positivo. Per questo è bene sempre porsi qualche dubbio, ogni volta, e chiamare il 112». Il maggiore Anna Patrono dal 2015 è alla guida della compagnia civitonica. Proviene dai corsi dell’Accademia militare di Modena; mamma di due bambini, ha frequentato i tre anni alla Scuola ufficiali carabinieri di Roma dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. 

Già comandante di plotone al reggimento carabinieri a cavallo, insegnante al battaglione allievi carabinieri di Roma, capo ufficio personale al comando delle scuole dell’Arma, il maggiore Patrono ha una specializzazione come “gender advisor”. Ovvero, addestra i militari a tenere il giusto comportamento con tutti.

Lo scorso anno è stata team leader di un corso di formazione a Baghdad per la polizia femminile dell’Iraq.





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Il Messaggero