Clima impazzito, il conto lo pagano i consumatori: prezzi folli per frutta e verdura

Clima impazzito, il conto lo pagano i consumatori: prezzi folli per frutta e verdura
Clima impazzito e prezzi di frutta e verdura bollenti, in due settimane il balzo per alcuni prodotti è stato di quasi il 10 per cento. Rincari che se si accaniscono in...

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Clima impazzito e prezzi di frutta e verdura bollenti, in due settimane il balzo per alcuni prodotti è stato di quasi il 10 per cento. Rincari che se si accaniscono in maniera particolare sui banconi dei supermercati ma non risparmiano neppure i mercati di quartiere e le piccole attività che costruiscono, in parte, l’offerta con prodotti che arrivano dalle aziende locali sgravati, quindi, dal costo del trasporto e dai cartelli della grande distribuzione.

«I raccolti sono stati danneggiati, il prodotto che può finire sugli scaffali è in calo ed il costo sale – spiega il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici –. C’è poco da fare ma le responsabilità degli agricoltori sono limitate, non sono loro a fare il prezzo». I numeri parlano di prezzi che, per la frutta e la verdura di stagione, sono addirittura raddoppiati rispetto allo scorso anno. Nel dettaglio i duroni (una qualità di ciliegie che si differenzia da quelle classiche per un frutto più grande e di colore più intenso) hanno raggiunto nella grande distribuzione il prezzo massimo di 13,35 euro al kg. Per le ciliegie, invece, il prezzo medio non scende sotto i 10 euro al kg (massimo 11,90). Per un chilo di pesche bianche vengono chiesti fino a 5,28 euro, meno per quella gialle che oscillano tra i 2,38 e i 4,99 delle nettarine. Vicine ai cinque euro le albicocche: 4,48. Prezzi boom anche per i primi meloni retati, che arrivano a superare i 2,60 euro.

E non sono meno caldi i prezzi per i prodotti orticoli: la lattuga della qualità trocadero si trova sul bancone a 2,84 euro. Il pomodoro datterino raggiunge i 6,40 euro al kg (le altre varietà tra i 2,10 e 3,80), i cetrioli 2,43, per un i fagiolini di euro ce ne vogliono 4,20.

Davanti a queste fiammate aumenta, insieme a quelle delle famiglie, la preoccupazione delle imprese agricole. I prezzi cresciuti in maniera esponenziale per tutto il 2022, per una serie di concause tra cui gli aumenti del costo dei fertilizzanti, benzina agricola (fino a giugno dello scorso anno) e elettricità, hanno avuto un effetto evidenti sui consumi. Secondo una stima di Coldiretti infatti su base nazionale: «gli italiani hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi»

La ricetta di Coldiretti, d’accordo con la linea tracciata anche da CIA (agricoltori italiani) e Confagricoltura, passa da nuovi accordi di filiera «tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi, quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni».

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Il Messaggero