Compra motozappa alla fiera di Tarquinia, ma paga con un assegno falso: condannato

Aula del tribunale
Compra fresa e motozappa alla fiera dei mezzi agricoli di Tarquinia ma paga con un assegno falso, condannato a un anno di reclusione. Un vivaista di Civita Castellana il primo...

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Compra fresa e motozappa alla fiera dei mezzi agricoli di Tarquinia ma paga con un assegno falso, condannato a un anno di reclusione. Un vivaista di Civita Castellana il primo maggio del 2019 si presentò allo stand di un piccolo imprenditore di Montefalco (Perugia) e concluse un affare per la sua azienda. Peccato che più che un affare era un raggiro.

A raccontare la disavventura e la perdita economica l’imprenditore umbro che ha sporto denuncia. «Io vendo e riparo mezzi agricoli - ha spiegato in aula - e il primo maggio ero alla fiera di Tarquinia con il mio stand. Quel giorno ho conosciuto questo signore al quale ho venduto una fresa e una motozappa per 3mila e 500 euro. Siamo rimasti d’accordo che avrebbe pagato alla consegna dei mezzi. Così appena smontato la fiera sono andato a Civita Castellana per la consegna. Ci siamo visti a casa sua, che si trova proprio dove c’è un vivaio. Quel giorno mi diede un assegno che per problemi di vista fece compilare a me».

L’assegno in questione era stato emesso dalla banca Antonveneta, assorbita molto tempo prima da un altro istituto di credito. «Quando sono andato a incassare l’assegno ho scoperto che apparteneva a un uomo deceduto e che la banca non esisteva più. Praticamente non valeva niente. Carta straccia. Così sono tornato dal vivaista a chiedere spiegazioni. Alla fine l’ho anche pregato di ridarmi i mezzi agricoli ma mi disse che li aveva venduti». L’uomo si è così presentato alla stazione dei carabinieri, raccontando tutta la storia. E dopo aver identificato l’attuale imputato sono iniziate le indagini per recuperare i mezzi agricoli.

«Purtroppo - ha concluso - è stata ritrovata solo la motozappa, quella che vale di meno. Della fresa nessuna notizia e io non ho mai avuto i soldi indietro».

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Il Messaggero