Civita Castellana, torna in funzione la centrale idroelettrica del 1908: era stata abbandonata dall'Enel negli anni '60

Civita Castellana, torna in funzione la centrale idroelettrica del 1908: era stata abbandonata dall'Enel negli anni '60
A Civita Castellana si produce energia green. È tornata in attività una centrale idroelettrica, in località Terrano, che opera su un salto geodetico di 27...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

A Civita Castellana si produce energia green. È tornata in attività una centrale idroelettrica, in località Terrano, che opera su un salto geodetico di 27 metri ed è in grado di sviluppare una potenza massima di 80 Kw. La produzione media annua è attestata sui 250.000 Kwh, che poi viene trasferita nella rete nazionale dell’Enel. Se fosse autonoma, la centrale sarebbe in grado di soddisfare le esigenze di energia elettrica di 60 famiglie. L’impianto utilizza le acque del torrente Rio Maggiore, che attraversa nel suo percorso la cittadina viterbese.

L’impianto, realizzato nel 1908, forniva energia sia a Civita Castellana che a Nepi, venne successivamente abbandonato dall’Enel negli anni Sessanta. La centrale idroelettrica è stata rimessa in funzione, dopo un lungo restauro, dall’ingegnere Ermanno Stirpe. Lo stesso gestiste un sito produttivo dello stesso tipo anche a Farnese. «È una passione che coltivo fin da ragazzo – dice – avendo effettuato studi sull’ingegneria meccanica. Questa centrale utilizza una fonte rinnovabile, sfrutta infatti risorse che andrebbero perse. Per cui questo tipo di progetti dovrebbero essere sostenuti con delle incentivazioni».

Nel corso del recupero di Terrano non è stata effettuata alcuna modifica delle opere e dei macchinari esistenti, che non hanno subito alterazioni di sorta: la turbina è la stessa installata nel 1936 («Tuttora funziona perfettamente», spiega Stirpe), dopo aver eseguito un intervento di ripristino e di aggiornamento di alcune componenti. La condotta forzata è stata invece completamente rinnovata, in quanto quella esistente risultava inutilizzabile. Anche il fabbricato della centrale si trovava in pessime condizioni: lo stesso è stato totalmente ristrutturato, ma rispettando rigorosamente i canoni stilistici preesistenti. I quadri elettrici di potenza e comando sono ovviamente stati rinnovati, adeguandoli alle attuali tecnologie. 

La centrale è controllabile e regolabile da remoto. All’esterno è visibile in particolare l’opera di sbarramento e di presa, il canale, e le ulteriori opere che sono funzionali all’impianto (vasca di carico, condotta forzata, centrale e canale di restituzione); sono tutte ubicate all’interno della Forra di Civita e comprese tra Fontana Quaiola e il ponte di Terrano, che sono delle vere e proprie opere d’arte naturale. Da qualche tempo la centrale è meta anche di visite da parte delle guide turistiche; sempre più spesso la si trova nei programmi delle escursioni che si svolgono nell’Agro falisco.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero