Civita Castellana, le Clarisse la lasciano la città. Appello al nuovo vescovo

Civita Castellana, le Clarisse la lasciano la città. Appello al nuovo vescovo
Civita Castellana, le Clarisse con le valigie in mano. A mettere in allarme la comunità cattolica è stato un...

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Civita Castellana, le Clarisse con le valigie in mano.

A mettere in allarme la comunità cattolica è stato un messaggio su whatsapp, in cui le suore invitano il 26 novembre nella chiesa del convento la messa presieduta dal vescovo Romano Rossi:

«Per lodare – è scritto – e ringraziare insieme il Signore per gli anni vissuti in questa diocesi». Al termine è previsto un appuntamento di incontro e saluti con la comunità civitonica.

Nel frattempo è stato chiuso il sito internet e cancellato anche il contatto su Facebook del convento; questo è un altro indizio dell’arrivederci. Un campanello di allarme per i fedeli che si sono mobilitati. Con molta probabilità le sette suore che ora sono presenti nel convento di via Ferretti saranno trasferite in un monastero in provincia di Rieti. In pratica, Civita perderà un pezzo della sua storia.

Dopo 800 anni dal loro arrivo, e oltre un secolo di permanenza nell’attuale convento di San Damiano, le suore dell’ordine di Santa Chiara lasceranno la città.

Preoccupati i fedeli, che ieri hanno interessato il nuovo vescovo della diocesi Marco Salvi per fermare il progetto di trasloco. Si sta cercando di costituire un comitato: «Non sarà facile – hanno detto alcuni dei fedeli che frequentano il convento di clausura – ma ci proveremo. Chiederemo un incontro al nuovo vescovo perché non vogliamo perdere un patrimonio religioso e storico così importante per la nostra comunità».

Le Clarisse, con la loro discreta ma importante presenza, hanno dispensato negli anni assistenza spirituale e materiale; sono diventate un punto di riferimento per la città e anche per gli abitanti dei paesi limitrofi. All’interno del monastero è stata realizzata negli anni scorsi una foresteria molto curata, che ospita i visitatori nel corso dell’anno. E che ora rischia di rimanere chiusa, così come quei locali adibiti a sala riunioni e il giardino, spesso utilizzato per degli eventi.

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Il Messaggero