Civita Castellana, gli speleo archeologi riscoprono le antiche fornaci per la ceramica

Civita Castellana, gli speleo archeologi riscoprono le antiche fornaci per la ceramica
Il territorio a Civita Castellana nasconde esempi di archeologia industriale spesso sconosciuti. Per questo motivo un gruppo di speleo archeologi formato da Maurizio Cosimi,...

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Il territorio a Civita Castellana nasconde esempi di archeologia industriale spesso sconosciuti. Per questo motivo un gruppo di speleo archeologi formato da Maurizio Cosimi, Cinzia Ricchiuto, sotto la guida di Tullio Dobosz, hanno iniziato ad ispezionare e catalogare le antiche fornaci a legna utilizzate per la cottura della ceramica, dalla fine dell’800 fino a metà del secolo scorso con l’obiettivo di salvarne dall’abbandono. Quattro quelle già individuate che, sono a volte quasi irraggiungibili, per la loro collocazione sulle pareti di tufo delle forre, dove sono stati sfruttati ambienti già esistenti : una si trova a Valsiarosa, una nella zona dello Scasato e due a Terrano e tutte in grado di arrivare anche a mille gradi di temperatura.

Si tratta di testimonianze importanti del passato poiché raccontano l’inizio di una nuova era per quello che riguarda la ceramica sanitaria. L’utilizzo delle fornaci alimentate dalla fascine di legna che i boscaioli dei Monti Cimini trasportavano con gli asini fino a Civita , si è protratto sino alla metà degli anni sessanta del 900 quando, con una certa rapidità, tutte le imprese ceramiche del territorio (soprattutto quelle di produzione dei sanitari) le sostituirono con i più moderni ed efficienti forni a tunnel, a ciclo continuo, alimentati a olio combustibile (nafta) per diversificare la produzione e aumentare i gradi per la cottura . I tre ricercatori sperano nel recupero di queste vecchie fornaci.

« Quella di Valsiarosa – dice Maurizio Cosimi - è una grotta scavate forse in epoca falisca nel tufo che poi è stata adattata a fornace per la cottura dei sanitari. Si tratta di una rarità che andrebbe preservata per non far perdere un pezzo di storia della ceramica locale».

Ogni volta il gruppo di speleo per arrivare in questi luoghi deve effettuare quasi delle imprese. «“ Di solito queste fornaci si trovano in aree impervie – racconta Cinzia Ricchiuto – che testimoniano l’inizio di una nuova era industriale per Civita Castellana. Si tratta di monumenti di grande valore, che se recuperati, possono tramandare il passato del più grande distretto della ceramica d’Italia»”.

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Il Messaggero