Arriva la politica (finalmente) a sostegno del distretto industriale della ceramica di Civita Castellana. La Lega è stato il primo partito a mettersi al fianco delle...
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Matteo Salvini proprio ieri ha chiesto al Governo di intervenire come ha già fatto per la ceramica di Sassuolo: «Lì c’è stato il via libera alla spedizione delle ceramiche già prodotte - ha detto - e ferme in magazzino. Siamo soddisfatti che la situazione si sia sbloccata, dopo gli appelli di industriali, lavoratori e amministratori del territorio. Anche in altre zone d’Italia, come Viterbo, ci sono situazioni analoghe. E’ necessario che il Governo segua la strada del buonsenso: il materiale già prodotto e finito, fermo in magazzino, si può spedire in piena sicurezza e senza l’impiego di troppe persone».
Sulla stessa sintonia il senatore viterbese Umberto Fusco. «Il governo non può dimenticare un comparto fondamentale come quello della ceramica – ha sottolineato - capace nello scorso anno di fatturare oltre 102 milioni di euro di esportazioni. Perché proprio le esportazioni sono il tasto dolente che riguarda questo settore, vera eccellenza italiana in grado di coniugare le più moderne tecnologie con la sapienza degli artigiani italiani. Ebbene, sono tantissime le aziende costrette al fermo produttivo e con le merci già destinate ai mercati australiano, latinoamericano o statunitense, stoccate nei magazzini e senza possibilità di essere spedite ai compratori. Una questione che Salvini sta ponendo da giorni, lo ringrazio per l’interessamento. Lo sa il Governo che in queste condizioni le nostre aziende rischiano il colpo di grazia, così paralizzate, di reggere il confronto con mercati come quello polacco, turco o bulgaro, le cui legislazioni più spregiudicate non fermano le esportazioni?».
Anche Fusco ha spedito un messaggio chiaro al Governo: «Lo sa che, perso un mercato, diventa complicatissimo potervi poi rientrare, se non a patto di abbassare pesantemente i prezzi di vendita, votandosi ad una crisi ciclica e senza fine?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero