Cinema, ora fa più paura la crisi che il filone horror

Cinema, ora fa più paura la crisi che il filone horror
Pochi titoli e paura. Centodieci giorni dopo il via ufficiale alla...

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Pochi titoli e paura. Centodieci giorni dopo il via ufficiale alla riapertura delle sale il cinema resta al palo. Meno di un quarto i biglietti staccati rispetto allo scorso anno. Una crisi di liquidità che sommata ai quasi sei mesi di chiusura, triste realtà condivisa dalla maggioranza dei gestori della provincia tornati ad accendere le luci solo nella seconda parte di agosto, agita venti di burrasca di cui i primi effetti iniziano già a vedersi. Meno di cinque settimane è durata la scommessa del cinema Etrusco di Tarquinia. «Con questi numeri andare avanti è impossibile, non bastano neppure per pagare la spese. Non è stata una decisione facile né affrettata, piuttosto necessaria: meglio aspettare tempi migliori spiega Gérôme Bourdezeau, titolare insieme a Dominique Battesti del Cinema Etrusco . Arrivederci a quando? Bella domanda: una risposta ora è un azzardo». I finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Lazio per il pagamento del canone di affitto nel trimestre marzo maggio, non bastano. Come non basta il nuovo paracadute del Mibac che potenzia del 60% (in totale 400 milioni di euro) il fondo per le emergenze dei settori dello spettacolo unificando le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit. Strumenti vicini all'assistenzialismo puro: efficaci nel brevissimo periodo, ma palliativi, se non pericolosi, in una prospettiva di medio-lungo termine. «Il vero problema è che le case di distribuzione sembrano preferire tenere i nuovi titoli chiusi nel cassetto, forse in attesa di una ripresa del mercato che però continua a non concretizzarsi. Non abbiamo cioè neppure la possibilità di provare a rilanciarci spiega Francesco Ferretti che insieme al fratello gestisce il CineTuscia villlage di Vitorchiano -. Per alcune pellicole di richiamo si ipotizza addirittura la posticipazione al 2021. È dura, ed è una parola che non rende bene l'idea». Il fattore psicologico poi, connesso all'aumento della curva dei contagi, non gioca a favore. Né spengono la paura i dispositivi di sicurezza imposti dal protocollo sanitario. Un esempio viene proprio da uno dei pochi titoli forti' in uscita. «Tenet di Nolan è andato sotto le attese spiega Emiliano Leoncini, gestore del multisala di Bolsena -. La diffidenza nel frequentare luoghi chiusi è comprensibile per questo il cinema deve cercare di riadattarsi. Ci stiamo organizzando, l'offerta sarà più differenziata: insieme ai film di cartello ci saranno più titoli d'essai e incontri con gli autori per tenere alto l'interesse e la voglia di venire al cinema». L'incognita è quella legata ai costi benefici, il rapporto che determina la sopravvivenza di un'azienda.

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Il Messaggero