Chef multato a piazza Dante, «Ero solo seduto a guardare foto»

Giovanni Maria Izzi a piazza Dante
Multato e accerchiato da due pattuglie della polizia. «E solo perché ero seduto su una fontana spenta a guardare delle foto». E’ uno sfogo quello di...

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Multato e accerchiato da due pattuglie della polizia. «E solo perché ero seduto su una fontana spenta a guardare delle foto». E’ uno sfogo quello di Giovanni Maria Izzi, chef di un locale del centro storico, che venerdì sera appena uscito dal lavoro ha preso una multa da 50 euro per aver stazione su un bene pubblico, contravvengo all’ordinanza antibivacco voluta dalla prima cittadina per mettere un freno al degrado di alcuni quartieri del capoluogo.

«E’ stato un po’ assurdo - racconta Izzi - ero con una mia amica che abita proprio qui a piazza Dante e guardano foto al cellulare in silenzio, quando è arrivata la polizia e ci ha chiesto i documenti. Ci siamo sentiti in difetto per non aver fatto davvero nulla. Non stavamo bevendo, non stavamo mangiando. Non c’era un picnic in corso né musica. Insomma eravamo fermi e in silenzio e siamo stati multati. Tra l’altro sotto gli occhi di persone che erano sedute al bar».

La polizia oltre al verbale con la multa, come previsto dall’ordinanza, ho notificato anche ai due ragazzi l’ordine di allontanamento per 48 ore dalla zona. «Lo abbiamo subito contestato - spiega ancora Izzi - visto che io qui ci lavoro e la mia amici ci vive. Avrebbero dovuto pagarci l’albergo e le ferie. Così pagheremo semplicemente la multa che è di più di quanto abbia guadagnato venerdì sera. Ma non è questo a darmi fastidio. Il punto è che secondo me l’ordinanza andrebbe applicata valutando la situazione. Noi non stavamo bivaccando né sporcando o dando fastidio. Tra l’altro in una zona periferica rispetto a dove ci sono più problematiche. Ci siamo sentiti in difetto, senza capire e non è stato piacevole».

La zona dove i due ragazzi viterbesi sono stati fermati è piazza Dante a un passo da porta della Verità, punto che non sarebbero nemmeno espressamente citato nell'ordinanza sindacale.

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Il Messaggero