Ceramica, sequestrate a Civitavecchia 39 vasche da bagno dalla Cina con marchio italiano

Ceramica, sequestrate a Civitavecchia 39 vasche da bagno dalla Cina con marchio italiano
Ceramica con il falso made in Italy, continuano i sequestri. Al porto di Civitavecchia è stato bloccato il quarto carico, nel giro di pochi mesi. I funzionari...

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Ceramica con il falso made in Italy, continuano i sequestri. Al porto di Civitavecchia è stato bloccato il quarto carico, nel giro di pochi mesi. I funzionari dell’Agenzia dogane e monopoli (Adm) hanno sequestrato questa volta 39 vasche da bagno, del valore di circa ventimila euro, per fallace indicazione di origine.


I prodotti, di origine e provenienza cinese, riportavano invece la denominazione di un marchio italiano, inducendo in inganno l’eventuale consumatore. La merce si trovava all’interno di un container ed era destinata a una società con sede nel distretto industriale della ceramica di Civita Castellana (Viterbo), la quale è stata segnalata alla Camera di Commercio per la violazione della tutela del made in Italy.

La merce era destinata alla grande distribuzione e pertanto per gli ignari acquirenti è difficile capire se il prodotto viene veramente prodotto in Italia o meno. All’importatore verranno applicate comunque sanzioni amministrative pari a ventimila euro. Anche stavolta il materiale era stato imbarcato su una nave mercantile nel porto cinese di Shenzhen Yantian, arrivando in quello di Civitavecchia dopo oltre un mese di navigazione.

I funzionari dell’Agenzia delle dogane diretti da Luca Turchi continuano a tenere alta l’attenzione su questo fenomeno dell’importazione, che nasconde tra le pieghe una contraffazione che, come sostengono le associazioni imprenditoriali e parti sociali, drogano il mercato e danneggiano il polo civitonico che dopo aver superato la difficile crisi sono ripartiti grazie. Per frenare il fenomeno si stanno cercando a livello locale ulteriori contromisure, come quella della possibilità di utilizzare un marchio specifico. Ma oggi è sempre più difficile per i contraffattori farla franca. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero