Civita Castellana, il coronavirus chiude le fabbriche. Lavoratori in cig

Civita Castellana, il coronavirus chiude le fabbriche. Lavoratori in cig
 Stop da coronavirus: tra lunedì e la fine del mese, trenta su trentatrè aziende ceramiche del distretto industriale di Civita Castellana chiuderanno i...

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 Stop da coronavirus: tra lunedì e la fine del mese, trenta su trentatrè aziende ceramiche del distretto industriale di Civita Castellana chiuderanno i battenti.


I dipendenti accederanno alla cassa integrazione di nove settimane, anche in forma retroattiva, come prevede il decreto della presidenza del Consiglio.

Gli accordi tra imprese e sindacati di categoria avverranno tutti per via telematica per accelerare i tempi. «Stiamo cercando di velocizzare tutte le pratiche – ha confermato il segretario generale della Filctem Cgil, Mauro Vaccarotti– in accordo con le aziende e le loro associazione di categoria (Federlazio e Unindustria  ndr) calendarizzando gli appuntamenti scaglionati di ora in ora. Stiamo vivendo una situazione drammatica in questo distretto, che stava da qualche anno riprendendo quota, tanto che si prevedevano nuove assunzioni. E non va dimenticato che i lavoratori percepiranno cifre che vanno dalle 800 alle 1000 euro mensili e si troveranno in difficoltà economica nei prossimi mesi».

Gli ha fatto eco il sindacato autonomo Fialc-Cisal: «Di questo passo arriveremo al blocco totale – ha detto il segretario generale Roberto Pantaleo – e la ripresa la prevedo molto lunga». In termini di forza lavoro saranno coinvolti oltre 2.000 ceramisti; a cui si dovranno aggiungere quelli che lavorano nell’indotto, formato da decine di micro-aziende artigianali, difficili da quantificare.

Si calcola che sono almeno una ventina e anche quest’ultime hanno iniziato le pratiche per chiedere anche loro gli ammortizzatori sociali. «Anche noi chiudiamo, anche se per ora c’è solo una tutela per gli operai – ha contestato Gianni Formichetti della Ellessegi, presidente della Cna locale - mentre per piccole realtà artigianali che fanno parte dell’indotto non ci sono sostegni adeguati da parte del Governo».

A Civita Castellana, cosi come in altri paesi gira tutto intorno al settore dell’arredo bagno. «E’ una situazione di emergenza che va gestita – ha detto il sindaco di Gallese Danilo Piersanti – la tranquillità economico sociale della area e collegata direttamente all’andamento del distretto pertanto ci dobbiamo attrezzare per sostenere unmomento, complicato e difficile per tutti. Le imprese che stavano attraversando un momento florido dovranno fare i conti con una nuovo avversario. Gli imprenditori sono certo che sapranno risollevarsi e uscire bene anche questa volta».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero