Un pannello fatto a pezzi; un altro sfondato, probabilmente con i calci; il terzo, infine, parzialmente divelto. Vandali ancora in azione nel centro storico di Viterbo: spaccate...
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A farne le spese stavolta le installazioni fotografiche della “Viterbo di un tempo” messe a coprire due finestre e la porta di ingresso di un edifico abbandonato adiacente a porta Faul. Non si parla di un negozio chiuso, sfitto o inutilizzato come nella quasi totalità dei siti interessati dall’iniziativa di palazzo dei Priori, ma di un luogo connesso all’antica fortificazione e a un personaggio della storia recente di Viterbo: Alfio Pannega, il clochard che scriveva poesie, morto il 30 aprile 2010, che qui trascorse un periodo della sua vita. Insomma, uno sfregio anche alla memoria.
A Valle Faul dei tre pannelli installati dal Comune nell’ambito di “Vetrine in mostra” ne resta uno e mezzo. E’ ciò che Il Messaggero ha trovato sul posto giovedì scorso, giorno a cui risalgono le foto che documentano i danni, anche se ipotizzare la data del raid è difficile: l’iniziativa “Vetrine in mostra” è stata inaugurata a dicembre e quello che si vede oggi potrebbe essere il risultato di più azioni.
Il luogo è molto trafficato, ma la facciata dell’edificio quasi non si nota. I vandali hanno distrutto il pannello che era stato posizionato sulla finestra di sinistra, lasciando solo un tassello attaccato alle sbarre e qualche frammento a terra sotto. Altri pezzi più grandi invece sono finiti sul lato opposto della strada, all'altezza del marciapiede del centro culturale. Foto ritratta e descrizione irriconoscibili anche mettendo insieme il puzzle. Il pannello sull’ingresso dell'edificio, invece, che riproduce una fotografia di porta Faul addirittura del 1880, presenta un gigantesco buco che lascia scoperto il portone dietro e didascalia a metà; infine il terzo pannello, spaccato, anche se immagine e spiegazione sono integre: “1975 - Alfio Pannega davanti all’ingresso della casa del portinaio a porta Faul, ove aveva la sua dimora. Archivio: Mauro Galeotti”.
Sull’ingresso monumentale alla città sono posizionate due telecamere per il controllo del traffico. Non inquadrano l’edificio sottostante, ma potrebbero aver catturato in qualche modo l’azione dei vandali. Su migliaia di ore di filmati come cercare un ago in un pagliaio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero