Cena dei veleni, la sindaca in Procura. Consegnata una memoria: «Non ho minacciato, né intimidito nessuno»

Cena dei veleni, la sindaca in Procura. Consegnata una memoria: «Non ho minacciato, né intimidito nessuno»
Cena dei veleni, la sindaca Chiara Frontini ascoltata in Procura. È stata lei ad annunciarlo in apertura del consiglio comunale, ieri nel primo pomeriggio, subito dopo...

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Cena dei veleni, la sindaca Chiara Frontini ascoltata in Procura. È stata lei ad annunciarlo in apertura del consiglio comunale, ieri nel primo pomeriggio, subito dopo essere uscita dagli uffici del Riello: «Ho presentato una memoria per ribadire il convincimento fermo e solido di non aver minacciato, né intimidito nessuno».

La vicenda nasce dalla querela presentata dal consigliere Marco Bruzziches, dopo una cena in casa dello stesso insieme ai rispettivi coniugi, Anna Maria Formini e Fabio Cavini. «Se io voglio fare male capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole e poi vado a colpire quella persona»: queste le parole pronunciate dal marito della sindaca nel corso dell’incontro, che doveva essere solo di chiarimento politico inerente alla delega alla valorizzazione del patrimonio assegnata al consigliere. Il fascicolo aperto dalla Procura vede i nomi di Frontini e Cavini legati al reato di minacce.

«Mi scuso per il leggero ritardo con cui mi sono presentata qui in seduta – ha detto la sindaca in aula - ci tenevo ad aggiornare il consiglio in tutta trasparenza. Dall’inizio di questa vicenda non hon mai nascosto niente, ho la coscienza pulita. Sono uscita da poco, su invito della stessa mi sono recata negli uffici della Procura in relazione alla denuncia del consigliere Bruzziches nei miei confronti e alla successiva indagine che ne è scaturita e che ancora non è conclusa». In questa sede ha depositato una memoria insieme ai suoi legali, «che ribadisce il convincimento fermo e solido di non aver commesso i fatti che mi vengono contestati, quindi di non aver minacciato né intimidito nessuno. Questa memoria confuta in diritto e in fatto tutte le contestazioni che mi sono state mosse e per le quali i pm (Massimiliano Siddi e Chiara Capezzuto, ndr) stanno facendo i dovuti approfondimenti».

Non ha inteso spiegare i contenuti del documento presentato «non essendo le indagini ancora concluse – ha proseguito - nel pieno rispetto del lavoro che i magistrati stanno facendo». Ha invece voluto che il consiglio sapesse «che la sindaca ha ribadito la sua innocenza di fronte alle contestazioni mosse, producendo la memoria e confermando la massima collaborazione e la totale disponibilità a rispondere a tutte le domande non appena avrò la facoltà di accedere a tutti gli atti dell’indagine e aver preso contezza di tutto ciò che mi viene contestato, cosa che ad oggi non posso fare. La possibilità di difesa non conoscendo gli atti è limitata».

L’aula ha solo preso atto della comunicazione a inizio seduta, l’unico a chiedere un approfondimento è stato il capogruppo della Lega Andrea Micci: «Vorrei capire se è stato spiccato un avviso di garanzia». La risposta è stata negativa: «Ci tenevo a comunicare prontamente al consiglio per il rispetto che vi devo come capo dell’amministrazione e per amore di trasparenza e di verità rispetto a questa vicenda – ha concluso Frontini - principi che mi sono propri ai quali non intendo derogare né ora, né mai. Sa che c’è un’indagine nei miei confronti, di cui aspettiamo fiduciosi l’esito, ma per ora non c’è un avviso di garanzia».

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Il Messaggero