Carlo Nepi, l'ex fischietto Viterbese che arrivò in Serie B ripercorre la sua storia ed analizza la situazione attuale

Carlo Nepi, l'ex fischietto Viterbese che arrivò in Serie B ripercorre la sua storia ed analizza la situazione attuale
Arbitro Nepi di Viterbo. Lo si leggeva trent'anni fa sui tabellini...

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Arbitro Nepi di Viterbo. Lo si leggeva trent'anni fa sui tabellini delle partite di Serie B dei quotidiani. La sua avventura però si è interrotta presto e adesso Carlo Nepi è uscito da tempo dal mondo del calcio ed è presidente regionale della Federazione Italiana Sport Equestri. Carlo Nepi è stato l'ultimo arbitro viterbese ad arrivare fino alla serie B e la distanza di anni ripercorre la sua esperienza e da un giudizio anche sul mondo arbitrale attuale. "Nella stagione 1993-94 fui promosso nel Can Serie A e B - ricorda - e quindi iniziai ad arbitrare nella categoria cadetta. Se non ricordo male in quella stagione diressi 18 partite. Il designatore era Paolo Casarin . Mi venne a vedere in un Ravenna - Cosenza ed in quel caso la mia direzione fu ritenuta molto buona. Poi fui visionato in un Vicenza Palermo, che fu una partita molto dura tra due squadre che stavano lottando per non retrocedere e su un campo molto pesante. Casarin dopo la gara mi disse che la mia direzione non era stata buona. Comunque fui fermato per diverse partite e tornai ad arbitrare solamente nell'ultima giornata di campionato. Poi con Casarin ci sentìmmo nuovamente prima che lui partisse per fare il designatore arbitrale ai campionati del mondo negli Usa. Quando doveva ricominciare la stagione, seppi che non facevo più parte della Can di Serie A e B. A quei tempi ero il più giovane arbitro della Can, avendo solamente 33 anni, e sono stato l'unico alla prima esperienza ad essere stato fermato dopo la prima stagione. Poi per un anno ho fatto il sostituto procuratore arbitrale e l'anno seguente andavo a visionare gli altri arbitri, mi sentivo però ancora troppo giovane per un compito da dirigente e quindi decisi di uscire completamente dal mondo del calcio". Anche se la passione è rimasta e Carlo Nepi continua a seguire dall'esterno il mondo arbitrale e nota due problemi: l'assenza di vocazioni arbitrali nei giovani e la scomparsa della soggettività da parte del direttore di gara con l'arrivo del Var. "Ci sono sempre meno giovani che decidono di accostarsi al mondo arbitrale - precisa - ho saputo che adesso ci sono problemi anche per trovare ragazzi che vadano a digerire partite di Prima Categoria. Mentre ai miei tempi arbitrare in Prima categoria era già un traguardo ambito dai giovani e si faceva fatica anche ad arrivarci. Questo è un problema preoccupante e credo che l'Aia il cui presidente Carlo Pacifici è anche un mio caro amico stia già riflettendo su questo fenomeno per cercare di capirne i motivi e trovare le soluzioni“. Poi la figura dell'arbitro è cambiata con l'arrivo del Var. "La tecnologia sta aiutando sicuramente - conclude Nepi - e la giudico positivamente però allo stesso tempo ha reso la direzione arbitrale molto meccanica, sminuendo un aspetto fondamentale che era la personalità del direttore di gara. C’era una regola non scritta che ti insegnavano ai tempi miei quando facevi il corso da arbitro che si chiamava buon senso. Un direttore di gara deve avere l'autorevolezza anche nel sapere interpretare la partita per prendere decisioni che non esasperino troppo gli animi in campo e sugli spalti. Intendo dire saper gestire la gara nel rispetto del regolamento. Oggi invece siamo tutti condizionati solo dai singoli episodi".
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Il Messaggero