Salgono a 15 le persone ferite dalla coppia di allocchi a Canino

Salgono a 15 le persone ferite dalla coppia di allocchi a Canino
VITERBO - Sono quindici le persone assalite dalla coppia di allocchi a Canino, tre delle quali sono dovute ricorrere alle cure mediche. ...

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VITERBO - Sono quindici le persone assalite dalla coppia di allocchi a Canino, tre delle quali sono dovute ricorrere alle cure mediche.


La versione in salsa viterbese de “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock? «Una cosa molto antipatica, purtroppo», assicura il sindaco Mauro Pucci. E attenzione perché «attaccano al viso: se colpiscono gli occhi potrebbero essere pericolosi. Non solo per i bambini, ma anche per gli adulti», spiega il Corpo forestale.



A confermare la veridicità di quella che potrebbe sembrare la classica leggenda metropolitana è Bruno Marconi, ispettore capo della stazione di Valentano della Forestale, che sta seguendo la vicenda. «Tutto è cominciato circa 20 giorni fa – dice – quando un rapace, inizialmente indicato dalla gente come un gufo, ha iniziato ad aggredire di sorpresa alle prime ore della sera. Ha colpito anche in faccia, tre persone sono dovute ricorrere alle cure e ne portano ancora in faccia i segni. Era una coppia di allocchi. Si pensava a un fatto momentaneo, invece si è intensificato: negli ultimi giorni hanno colpito anche due o tre persone per volta».



È stato contattato anche Felice Simmi, direttore della Riserva naturale del lago di Vico. «Ci ha spiegato che esistono altri casi fuori Canino in cui hanno attaccato. Abbiamo fatto insieme un sopralluogo – continua Marconi – ma la sera stessa hanno fatto altre due “vittime”. Abbiamo posizionato due trappole con all’interno dei porcellini d’india, ovviamente protetti. Ora sono lì da quattro giorni». Da tre, però, non si hanno più notizie dei rapaci, «probabilmente per il maltempo».



Su un gruppo Facebook locale, “Le probleme de Canino”, c’è chi ha dichiarato guerra alla coppia. Possibile abbiano fatto una brutta fine? «Colpiscono in pieno centro nel raggio di cento metri – conclude – perché con i piccioni e qualche topo hanno trovato il loro habitat naturale. Gli hanno sparato? Non credo, si sarebbe sentito. E comunque attenzione: sono una specie protetta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero