VITERBO - Una squadra decisa a conquistarsi un posto nella griglia dei ripescaggi, un ex in cerca di rivincita una carovana di tifosi che fino ieri aveva raggiunto quota duecento....
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Da Arezzo arriverà a Viterbo un nuvolone piuttosto minaccioso in vista della gara di domani pomeriggio alle 16 allo stadio Enrico Rocchi tra i gialloblù e gli amaranto, valida per il terzo turno dei play-off.
Una classica che si rinnova per la terza volta in questa stagione e dove finora la Viterbese ha sempre avuto la meglio. Per questo secondo il tecnico toscano Federico Nofri i gialloblù partono avvantaggiati. «La Viterbese è favorita per tanti motivi - spiega - giocano in casa davanti ad un pubblico che li ha sempre sostenuti. Ci hanno battuti per due volte in campionato e hanno una gran voglia di andare avanti in questa competizione che unita al valore di tutta la squadra forma una miscela veramente impressionante. Questa squadra ha il migliore organico del nostro girone, se non avesse dovuto affrontare altre vicissitudini credo che avrebbe vinto già il campionato».
Allora l'Arezzo è spacciato? «Niente affatto - ribatte Nofri - noi non verremo a fare una passeggiata, anzi verremo per vincere: la nostra società è sana e mira alla LegaPro».
La Viterbese è alla terza partita in sette giorni mentre l'Arezzo ha avuto due settimane per rilassarsi, ma questo non è un vantaggio per i toscani. «In queste gare la Viterbese ha preso molto entusiasmo - commenta Nofri - anche noi in campionato giocammo a Viterbo dopo aver disputato la semifinale di Coppa Italia con la Turris qualche girono prima e corremmo di più».
Altro pericolo per i gialloblù è il viterbese ed ex Simon Gentili, a segnò all’ andata. «Ho giocato negli Allievi gialloblù - commenta - vincere domenica per me sarebbe una bella rivincita». La Viterbese domenica prima della gara sarà a pranzo con Angelo Deodati. Intanto, nella notte tra giovedì e venerdì c’è stato un nuovo furto allo stadio Enrico Rocchi, sono stati portati via solo pochi spiccioli però dalla macchinetta del caffè e poi è stata messa sottosopra la segreteria.
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Il Messaggero