OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Oltre all’insoddisfazione politica, «si sono aggiunti fatti gravi subiti da me e dalla mia famiglia, che ad oggi mi fanno sorgere dubbi circa la prosecuzione della mia azione a fianco della maggioranza. Siamo stati oggetto di comportamenti che hanno causato e ancora causano sofferenze, preoccupazioni e senso d’angoscia in me e nei miei famigliari». È fortissimo il contrasto tra le parole pronunciate dal consigliere Marco Bruzziches nella sala d’Ercole e le note di Jingle Bells che risuonano a pochi metri in filodiffusione. La maggioranza perde pezzi, ma c’è di peggio: quei «fatti gravi» si sarebbero verificati in seguito all’azione politica di Bruzziches sul contrasto alla morosità negli affitti dei locali comunali. Fatti per cui è stato presentato un esposto in Procura, che avrebbe già ascoltato alcune persone.
La deflagrazione poco dopo l’inizio dei lavori dell’aula sul bilancio: Bruzziches ha rinunciato alla delega alla valorizzazione del patrimonio comunale, lasciato Viterbo 2020, manifestato l’intenzione di voler ricostituire il gruppo Viterbo cambia e di rassegnare le dimissioni dal presidente della seconda commissione «il prima possibile».
Contattato da Il Messaggero, Bruzziches precisa cosa è accaduto. «Sono state informate le autorità competenti - dice - che stanno facendo accertamenti». Con lui c’è il suo legale, l’avvocato Stefano Maria Falcioni: «È stato presentato un esposto perché la Procura accerti i fatti che vi sono narrati. E ovviamente è stato espressamente detto che qualora emergessero elementi di reato, l’esposto deve considerarsi denuncia-querela». I fatti riguardano persone della maggioranza? «Preferisco non dirlo», chiarisce il consigliere. «Le persone indicate sono più di una - commenta l’avvocato - e si fa riferimento a un episodio accaduto di recente, però a nostro parere pregnante, rilevante».
Tornando agli aspetti politici, «dai bilanci degli anni precedenti - spiega Bruzziches - ho notato che le morosità riguardanti gli affitti sono ogni anno maggiori. Mi sono chiesto come mai. Di qualche immobile non si conoscono i titoli di occupazione, quindi ho chiesto». Sollevato il problema, si aspettava un approfondimento. «In tempi di cinghie da stringere - gli fa eco Falcioni - si lasciavano migliaia di euro di affitti in giro o si mantenevano contratti ridicoli rispetto al valore dell’immobile. Bastava delegare qualche funzionario, mandare qualche lettera di costituzione in mora, dare un termine per mettersi in regola e chi non lo fa veniva interessato da un’azione di sfratto per morosità, che è una delle procedure giudiziarie che funziona ed è veloce. Si poteva mandare una lettera per bloccare i termini di prescrizione, perché diventa un danno erariale e la Corte dei Conti potrebbe chiederne ragione. Dopo tre anni i canoni di locazione si prescrivono, quindi quello che non è stato dato fino al 2020 non si recupera più».
Bruzziches chiude così: «Abbiamo superato i 100 mila euro annui, ci sono canoni fermi da 10-15 anni. Gli dicevo: se fossero stati vostri non avreste avuto più attenzione? Io di questo mi devo occupare, è la mia delega». A questo punto, era.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero