Brigatista morto in cella: processo ai due medici che lo visitarono

Brigatista morto in cella: processo ai due medici che lo visitarono
Ex brigatista muore di infarto a Mammagialla, sotto processo per omicidio colposo due medici viterbesi. Avrebbero sottovalutato i forti dolori al petto accusati la settimana prima...

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Ex brigatista muore di infarto a Mammagialla, sotto processo per omicidio colposo due medici viterbesi. Avrebbero sottovalutato i forti dolori al petto accusati la settimana prima dal presunto terrorista.


La vittima è Luigi Fallico, 59 anni, ritenuto fondatore delle Nuove Brigate Rosse. Conosciuto coi nomi di battaglia "Gatto" e "Gigi il corniciaio", fu trovato privo di vita dalla penitenziaria il 24 maggio 2011 nel reparto dei detenuti politici. Sarebbe morto 3-4 ore prima, nel sonno. Coricandosi, aveva detto ai compagni di sentirsi la febbre e aveva chiamato l'infermiere.



Nei giorni precedenti, e precisamente il 17 maggio, era stato colto da un malore, ma nell'infermeria del carcere, secondo il suo difensore Caterina Calia, gli sarebbe stata soltanto misurata la pressione: «Con 110 di minima e 190 di massima - ha sottolineato il legale - è stato rimandato in cella con un diuretico e un'aspirina. Chiunque, davanti a quella situazione così critica, avrebbe disposto il trasferimento urgente in ospedale».



Dalla cartella sanitaria non sarebbe però risultata alcuna patologia grave, né che soffrisse di malattie cardiovascolari tali da richiedere il ricovero a Belcolle. Fallico - esponente dell'Ucc negli anni '80 - era stato arrestato a giugno 2009 per il progetto, mai attuato, di un attentato terroristico alla Maddalena, dove si sarebbe dovuto tenere il G8 poi spostato all'Aquila.

Con altri sette presunti eredi delle vecchie br, era accusato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e banda armata. Il 19 maggio aveva raccontato del malore al suo avvocato, durante l'udienza davanti alla prima Corte d'assise di Roma, visibilmente provato perché i dolori al petto non erano passati.



Il 25 maggio del 2011, ovvero il giorno dopo la sua morte, avrebbe dovuto sottoporsi a ulteriori accertamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero