OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
«Volevo esserci a tutti i costi ma il dolore aumenta sempre di più. Ho tentato fino alla fine ma non c'è stato nulla da fare». Queste le parole amare del difensore nato e cresciuto a Viterbo Leonardo Bonucci che per un problema al muscolo adduttore ha dovuto salutare il ritiro della Nazionale. Il Leonardo viterbese - ieri sera contro la Polonia - avrebbe dovuto festeggiare la presenza numero cento in maglia azzurra: tutto rinviato alla prossima primavera; marzo sarà il mese giusto per festeggiare un traguardo soltanto da tagliare simbolicamente.
Sono passati oltre dieci anni dalla prima volta, ma il romanzo azzurro di Leonardo Bonucci ha scritto e scriverà pagine che vanno oltre il tempo. Un traguardo che lo proietterà nella storia, tra quei mostri sacri che hanno segnato l'epopea di una Nazionale che ha vinto quattro titoli mondiali: la festa, ieri sera, non c'è stata ma il difensore nato e cresciuto a Pianoscarano è già tra gli otto calciatori con più presenze in maglia azzurra. Quando da bambino si decide di fare il calciatore - Leonardo lo ha scelto correndo e innamorandosi di questo sport sui campi del suo quartiere e su quelli della provincia l'obiettivo di vestire la maglia della Nazionale è più un sogno recondito da coltivare che una certezza.
Uno su mille ce la fa, cantava Gianni Morandi: Bonucci ce l'ha fatta partendo da una data che resterà per sempre nel suo cuore.
Dopo Lippi inizia l'era targata Cesaree Prandelli: con l'ex allenatore della Fiorentina la cavalcata più bella ma anche la delusione più grande. L'Europeo del 2012 sembra pronto a finire nelle mani azzurre: Bonucci gioca da leader e viene indicato come uno dei difensori più forti del panorama europeo. Le lacrime copiose dopo la finale persa nettamente contro la Spagna rimarranno nell'immaginario collettivo. Come detto però, la strada è tracciata: sempre con Prandelli arriva il debutto nei Mondiali disgraziati in Brasile quelli del morso di Suarez a Chiellini per intenderci. Leo è un senatore della squadra, ma questo non basta: si torna a casa in largo anticipo. Dopo Prandelli arriva Antonio Conte, quello che ha lanciato la carriera del difensore nato e cresciuto a Pianoascarano con la maglia della Juventus. Il 18 novembre del 2014 la prima da capitano dal primo minuto: a Genova contro l'Albania, in campo, a guidare gli azzurri c'è un viterbese. Con Conte gli Europei 2016 vanno oltre le previsioni: nei quarti di finale contro la Germania Bonucci segna il rigore dell'1-1, ma sbaglia quello della lotteria finale che premia i tedeschi.
Conte se ne va e arriva Gianpiero Ventura: anche lui un maestro per Leo. A Ventura però, è legalo il grande flop della mancata qualificazione ai Mondiali del 2018 in Russia. Un'onta difficile da cancellare. «Non è stata solo colpa di Ventura», ripeterà più volte il viterbese. Quella ferita non si è ancora rimarginata, ma inizia l'era Roberto Mancini: l'ex numero dieci della Sampdoria è quello che fece debuttare in serie A Leonardo.
La Nazionale diverte e Bonucci ne è sempre di più punto fermo: il Covid fa slittare gli Europei del 2020 e un maledetto adduttore rovina, per il momento, i festeggiamenti per la centesima, ma il romanzo che un ragazzo partito da Viterbo sognava di riempire di azzurro ha ancora tante pagine importanti da scrivere.
Il Messaggero